Conferenza Stato Città – Predissesto, Bianco: “Necessario assetto normativo più organico per risanamento finanziario”

Con comunicato del 07/07/2016 l’ANCI rende noto che:

“Abbiamo posto all’attenzione della Conferenza le problematiche relative allo stato di attuazione delle procedure di pre-dissesto finanziario auspicando un assetto normativo più organico che agevoli e stabilizzi il risanamento finanziario degli enti che vi fanno ricorso poiché, ad oggi, molti dei Comuni in pre-dissesto si trovano in una situazione per certi versi più grave dei Comuni che sono caduti nella procedura di dissesto”. Lo ha detto il Enzo Bianco sindaco di Catania e presidente del Consiglio nazionale Anci intervenendo alla Conferenza Stato-Città svoltasi oggi al Viminale, alla quale hanno preso parte il presidente dell’Anci, on. Piero Fassino e i vice presidenti Anci Paolo Perrone, Matteo Ricci e Roberto Pella.

Nel corso della seduta odierna, Anci ha consegnato un documento nel quale si evidenziano alcune delle principali criticità che, come ha sottolineato il presidente Bianco, “hanno carattere di urgenza”, tra cui: l’automaticità del taglio sulle spese e l’arco temporale previsto per il ripiano dei conti.

L’attuale previsione normativa – si legge nel documento – prevede un taglio netto del 10% delle prestazioni di servizio, intervento 03 e della spesa corrente. Nel computo devono essere incluse anche le spese con specifico finanziamento a carico del bilancio di altri enti ma poiché il taglio percentuale deve essere calcolato sull’intero importo della spesa rientrante, la previsione di un taglio del 10%, combinata all’impossibilità di comprimere spese legate a finanziamenti specifici, determina, di fatto, l’applicazione di un taglio superiore a quello previsto. La formulazione dettata sul target di spesa garantisce l’obiettivo stabilito dalla legge contenendo il sacrificio imposto alla collettività. “Per il raggiungimento degli obiettivi di riequilibrio dei conti previsti dalla norma – ha detto Bianco – auspichiamo un minor grado di automaticità del taglio delle spese e la possibilità di essere noi Comuni a dettare le priorità allocando le somme in bilancio in base alle nostre specificità e scelte gestionali”.

Un passaggio è stato poi dedicato all’arco temporale previsto per il ripiano dei conti. “Gli enti che hanno avviato la procedura di riequilibrio finanziario si sono trovati a coprire la quota di disavanzo inserita nel piano di riequilibrio nel tempo massimo di dieci anni mentre – ha sottolineato Bianco – la quota di disavanzo generata da una procedura sostanzialmente analoga (il riaccertamento straordinario imposta dalla riforma contabile) è ripianabile in 30 anni. Pertanto – ha evidenziato – chiediamo che siano rese omogenee, con particolare riferimento all’arco temporale previsto per il ripiano, la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale e la procedura relativa al riaccertamento straordinario imposta dalla riforma contabile”.

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