Manovre regionali accomunate da austerità e tasse più salate

Fonte: Italia Oggi Sette

Manovre regionali all’insegna dei tagli alla spesa e dell’aumento dell’imposizione fiscale. Si possono riassumere così le leggi di Stabilità 2015 e i bilanci di previsione per l’esercizio finanziario 2015-2017 approvati dalle regioni, passati al setaccio da ItaliaOggi Sette. Dalla ricognizione emerge che 13 regioni hanno approvato le manovre tra metà dicembre e inizio gennaio, sei hanno approvato o stanno approvando l’esercizio provvisorio (Calabria, Emilia-Romagna, Molise, Piemonte, Sicilia e Umbria), mentre in Sardegna e Veneto l’iter dei provvedimenti è iniziato la settimana scorsa in Consiglio regionale. Dal punto di vista dei contenuti, le regioni hanno dovuto fare i conti con legge di Stabilità nazionale, che impone agli enti locali la revisione della spesa e dell’indebitamento, con una riduzione delle risorse erogate dallo stato centrale di 3,5 miliardi di euro. Tagli che saranno appunto compensati in parte dall’aumento delle tasse locali, in parte dalla riduzione delle risorse dedicate ai principali servizi. Per fare un esempio, per la Lombardia i tagli valgono 800 milioni di euro, 500 dei quali impattano sul settore sanitario e assistenziale, e gli altri sul trasporto pubblico locale e sulla formazione. Quanto all’imposizione fiscale, invece, nella maggior parte delle regioni è previsto l’aumento dell’addizionale regionale all’Irpef, che colpirà in particolare i redditi medio-alti. Ma entriamo nel dettaglio.

La pressione fiscale. La regione Lazio ha incrementato l’addizionale Irpef per l’anno di imposta 2015, arrivando a quota 3,33% a partire dal 1° gennaio 2015, ma solo per i soggetti con reddito imponibile oltre i 35 mila euro. Confermate le esenzioni per i soggetti con reddito fino a 50 mila euro e tre figli a carico, introdotte dalla legge di Stabilità 2014 assieme a quelle per contribuenti con reddito fino a 28 mila euro. Le nuove esenzioni saranno possibili grazie a una dotazione di quasi 200 mila euro per il 2015 destinata a quel «Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale», istituito con la legge di Stabilità del 2014. Secondo le stime della regione, ai contribuenti con reddito tra i 28 mila e i 35 mila euro sarà applicata un’aliquota inferiore a quella del 2014 (dell’1,73% anziché del 2,33%). Oltre l’80% dei contribuenti, dunque, si troverà a versare una quota di addizionale Irpef regionale uguale o inferiore rispetto al 2014. I nuovi benefici sono però subordinati all’approvazione di un’apposita proposta di legge regionale che «entro il termine del 30 aprile 2015 la giunta regionale è autorizzata a presentare». La Cgia di Mestre, inoltre, ha passato in rassegna le misure introdotte da cinque regioni in materia di addizionali Irpef. Ed è emerso che, a esclusione della Lombardia, gli aumenti interesseranno i contribuenti con redditi medio-alti. In linea generale, gli incrementi di imposta scatteranno per i redditi con più di 40 mila euro: se in Abruzzo il rincaro sarà di 38 euro e varrà per quasi tutti i livelli di reddito, in Emilia-Romagna, dove i redditi sino a 39 mila euro addirittura ci guadagnano, a partire dai 40 mila euro si registrerà un leggero aggravio pari a 2 euro, per arrivare a sfiorare i 1.500 euro di tasse in più per i redditi da 300 mila euro. Anche in Liguria i contribuenti con più di 40 mila euro si troveranno un aumento di 5 euro, fino a toccare i 1.560 euro in più per i più ricchi. In Piemonte, l’incremento delle aliquote comporterà un inasprimento della tassazione molto significativo. Se per i redditi oltre i 40 mila euro si pagherà 53 euro in più, per i redditi superiori si arriverà a pagare oltre 2.500 euro per la soglia dei 300 mila euro. Solo i lombardi possono ritenersi soddisfatti: fino ai 100 mila euro di reddito non si avvertirà alcuna differenza rispetto l’anno scorso. I contribuenti con un reddito oltre i 150 mila euro pagheranno 5 euro in più, per arrivare a un aumento di 20 euro per i redditi da 300 mila euro.

I tagli. Oltre alla Lombardia, i tagli alla spesa riguardano anche la Basilicata, dove i limiti massimi di indebitamento sono previsti in forte contrazione: dai 97 milioni del 2014 si passa a una previsione di 70 milioni di euro per il 2015, di 6,3 milioni di euro per il 2016 e di 3 milioni di euro nel 2017. In Valle d’Aosta, invece, per il 2015 la disponibilità di spesa ammonta a 974 milioni di euro, 103 milioni in meno rispetto al 2014 e ben 664 milioni in meno rispetto al 2010. Nelle Marche, ci sono 173 milioni di euro in meno, così giustificati: quasi 33 per effetto della manovra Monti e del governo Letta, la differenza (140 milioni) conseguenza della legge di Stabilità 2015. I tagli dello Stato comportano invece una riduzione delle entrate stimata in 34 milioni di euro per la Liguria.

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