Castelli sulla manovrina: amministratori eletti costretti a rinunciare all’incarico

Massimo Castelli, sindaco di Cerignale e delegato nazionale piccoli Comuni per l’Anci rende noto che nel testo della manovra in esame alla Camera, il cosiddetto DL 50/2017, è contenuta una disposizione che se non modificata comporterebbe di fatto l’impossibilità per gli amministratori locali che siano anche liberi professionisti di accettare l’incarico per il quale sono stati eletti. “Una negazione implicita del diritto di elettorato passivo e dell’espressione della democrazia locale”.

E’ evidente che per indennità di poche centinaia di euro fare il sindaco in un piccolo Comune è ormai puro volontariato e purtroppo è sempre più difficile reperire candidati alle elezioni in questi enti. Gli amministratori dei Comuni di minori dimensione demografica – spiega Castelli – devono rispondere personalmente a responsabilità di ogni genere, anche se spesso non nelle loro competenze, e hanno sempre meno strumenti per potervi far fronte. Le incompatibilità per gli amministratori locali – prosegue – sono da tempo previste e regolamentate organicamente nel Testo unico degli enti locali. Il sovrapporsi di ulteriori normative sullo stesso tema sta provocando un crescente abbandono della possibilità concreta di dedicare il proprio impegno alla vita pubblica. Nel DL50 la normativa in materia di incompatibilità e inconferibilità ha subìto alcuni miglioramenti – aggiunge Castelli – ma il permanere del vincolo dell’ambito provinciale o dell’area metropolitana di elezione comporterebbe l’impedimento allo svolgimento della libera professione se non al di fuori di questi ampi confini, creando situazioni paradossali e mettendo a rischio la tenuta stessa della democrazia locale. Si approvi l’emendamento Anci che prevede tali condizioni di incompatibilità vincolate nell’ambito del territorio comunale in cui si è eletti ma non in enti diversi”, conclude Castelli.

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