La norma sullo split payment non cambierà. È quanto ha spiegato il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, nel corso dell’assemblea nazionale degli ingegneri, ieri mattina a Roma. Nonostante l’allarme delle imprese, soprattutto quelle impegnate nella filiera degli appalti pubblici, il Governo non è intenzionato a introdurre deroghe. Si cercherà, invece, di migliorare l’efficienza dei rimborsi. Gli ingegneri, dal canto loro, hanno lanciato un appello al Governo: il Jobs act, e le politiche del lavoro in generale, guardino con più attenzione agli autonomi. L’emergenza è nei numeri: dal 2008 a oggi i liberi professionisti del settore hanno perso oltre il 20% dei loro redditi.
Sulla nuova regola che prevede dal 1° gennaio 2015 il versamento diretto dell’Iva dalla Pa all’Erario per i fornitori della pubblica amministrazione, Zanetti ha incassato l’attacco del presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, che ha definito folle «l’applicazione dello split payment ai lavori pubblici». Il sottosegretario ha spiegato: «È chiaro che si tratta di una norma difensiva per l’Erario, ma non penso ci siano spazi per una sua revisione». La chiave non è il modo in cui è scritta, ma la modalità con cui sarà applicata: «La soluzione risiede nell’efficienza dei rimborsi – ha detto ancora – che possiamo pensare di portare anche a livello trimestrale». Addirittura, per alleggerire la situazione di credito di imposta strutturale di alcune imprese, si potrebbe andare oltre. «Stiamo pensando di consentire acquisti senza calcolare l’Iva, fino a un certo plafond».
Un’azione più incisiva sta prendendo forma, invece, sulla questione del regime dei minimi per i professionisti. Ha detto ancora Zanetti: «Il Governo, con il nuovo regime, ha fatto qualcosa di significativamente masochistico, ma voglio rassicurare tutti che il masochismo finirà». La soluzione potrebbe passare dal Parlamento. «Ho proposto al ministro Padoan di prorogare il vecchio regime per tutto il 2015, con un emendamento al milleproroghe, in fase di conversione». Una volta sanata la situazione per l’anno in corso, «in fase di attuazione della delega fiscale avremo tutto il tempo di risolvere il problema».
Il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, Armando Zambrano, invece, ha parlato di lavoro e ha chiesto che il Jobs act incida con più forza sulla situazione dei professionisti. «È evidente che la maggior parte delle misure intraprese dalla riforma voluta dal Governo impatta solo in minima parte su chi esercita la libera professione».
«I provvedimenti dibattuti di recente – ha detto Zambrano – sono emblematici di un contesto penalizzante». C’è da risolvere la questione dei minimi, perché «con il nuovo regime una minore platea di professionisti potrà godere delle agevolazioni». C’è da intervenire «sull’aumento dei contributi da versare nel caso di gestione separata Inps per i professionisti senza cassa».
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