Tre quarti delle risorse stanziate per i pagamenti delle Pa nel 2013 sono state erogate alle amministrazioni competenti, ma solo una piccola parte di questa somma è stata già “trasferita” ai creditori. Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, avvia un’operazione trasparenza sull’attuazione del decreto sbloccapagamenti entrato in vigore il 9 aprile scorso, comunicando i dati che da oggi verranno aggiornati sul sito del ministero ogni 15 giorni. Dei 20 miliardi previsti per quest’anno ne sono stati finora attivati complessivamente 15,7. Non ci sono ancora dati precisi sulle erogazioni giunte a imprese e professionisti, anche se dall’esame delle tabelle del ministero si può quantomeno stimare un pacchetto di circa 5 miliardi già pagato.
Saccomanni ha poi definito possibile «un’accelerazione significativa» dei pagamenti anticipando nell’ultimo trimestre del 2013 almeno una quota di quanto previsto nel 2014, ovvero un’altra tranche da circa 20 miliardi. «Un anticipo al 2013 dell’intera somma stanziata è possibile, «non ci sono ostacoli di natura politica, ma semmai valutazioni di natura tecnico-operativa che faremo anche alla luce del censimento aggiornato sui debiti scaduti certi, liquidi ed esigibili che sarà pronto a metà settembre».
Il bilancio presentato ieri da Saccomanni, insieme al Ragioniere generale dello Stato Daniele Franco e ai tecnici della Ragioneria impegnati in prima persona sul dossier, indica in 15 miliardi 692 milioni le risorse attivate presso le varie Pa al 22 luglio. In particolare, agli enti locali sono giunti 6,6 miliardi a fronte dei 6,8 previsti dal Dl (all’appello mancano i 200 milioni stornati per il ristoro del mancato gettito Imu ai Comuni, ndr).
Dal canto loro, Regioni e Province autonome si sono viste accreditare quasi 6,4 miliardi (di cui 2,2 miliardi come sconto sul patto) contro i 10,2 stanziati dal decreto. Uno spread determinato dalla complessità delle procedure per le anticipazioni di liquidità relative ai debiti sanitari e non. Completano il conto i 500 milioni (su 500) trasferiti ai ministeri e i 2,2 miliardi (su 2,5) di maggiori rimborsi fiscali già erogati.
Il vero punto, adesso, è assicurarsi che le risorse liberate alla Pa vengano rapidamente impiegate per saldare le fatture. Nel rispetto dei tempi e delle procedure previste dal decreto 35. Entro il mese prossimo il ministero dell’Economia ritiene di poter comunicare i primi dati ufficiali sul quantum effettivamente saldato. Nel frattempo si può procedere solo per approssimazione. Partendo dalla stima di 1,2 miliardi resa nota dall’Ance una decina di giorni fa (su cui si veda il Sole 24 Ore dell’11 luglio scorso), incrociandola con le tabelle del Mef e aggiornandola con le precisazioni fornite ieri dai tecnici di via Venti Settembre. Ebbene, possiamo quantificare in circa 5 miliardi le risorse che sarebbero già transitate o potrebbero transitare a breve dalle casse delle pubbliche amministrazioni a quelle delle aziende. A questa cifra si arriva sommando i 2,2 miliardi di rimborsi fiscali corrisposti sin qui, con gli 1,6 miliardi di spazi finanziari riconosciuti a Comuni e Province per debiti estinti prima del 9 aprile e una buona parte degli 1,6 miliardi di anticipazioni di liquidità distribuite nelle scorse settimane agli enti locali. Per quest’ultima tipologia di obbligazioni, infatti, il decreto 35 impone agli enti locali di saldarli entro 30 giorni da quando hanno ricevuto i prestiti dallo Stato. E cioè agli inizi di agosto visto che le ultime erogazioni sono datate 2 luglio. Significa che entro il mese di agosto il quadro dei soldi realmente finiti nelle casse delle aziende dovrebbe essere sufficientemente chiaro.
A breve potrebbero aggiungersi altri 5 miliardi tra i 3,3 miliardi di spazi finanziari per debiti non estinti alla data dell’8 aprile, che Comuni e province stanno pagando, e gli 1,4 miliardi di anticipazioni erogate alle Regioni per
debiti non sanitari. Senza contare i 2,3 miliardi attivati per la liquidazione delle obbligazioni sanitarie che, stando ai tempi pattuiti con il Governo, dovrebbero arrivare ai creditori entro il mese prossimo.
Più scaglionato il piano dei pagamenti dei dicasteri che sono riusciti a reperire 90 milioni aggiuntivi grazie ai loro piani di rientro: quasi la metà della somma relativa al ministero dell’Interno (207 milioni) ha come termine di pagamento il 31 dicembre 2013. La Giustizia, per un importo di 112 milioni, prevede di pagare entro il 30 settembre. Fa eccezione il Lavoro che ha già erogato tutto l’erogabile ma è una somma di modesta entità (62mila euro).
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