Il Governo, dopo quasi sette ore di Consiglio dei ministri, ha varato in tarda notte un decreto legge sulla Spending review che permette risparmi di spesa per lo Stato per complessivi 26 miliardi al 2014. Nello specifico, si stimano 4,5 miliardi di risparmi per quest’anno, altri 10,5 miliardi per il prossimo e ulteriori 11 miliardi per il 2014. Tra le misure, non e’ presente il taglio dei piccoli ospedali, mentre viene confermato il taglio delle province. Il provvedimento ha tre obiettivi: quello di iscrivere il funzionamento dell’apparato statale – e le relative funzioni – entro un quadro razionale di valutazione e programmazione, di far si’ che la riduzione della spesa non incida in alcun modo sulla quantita’ di servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni a favore dei cittadini ma piuttosto puntando a migliorarne la qualita’ e l’efficienza ed evitare l’aumento di due punti percentuali dell’IVA per gli ultimi tre mesi del 2012 e per il primo semestre del 2013. Grazie ai risparmi ottenuti, recita poi il comunicato di Palazzo Chigi, ”sara’ inoltre possibile estendere la clausola di salvaguardia in materia pensionistica prevista dal decreto legge ‘Salva Italia’ ad altri 55.000 soggetti, anche se maturano i requisiti per l’accesso al pensionamento successivamente al 31 dicembre 2011. Complessivamente, l’importo a favore dei lavoratori ‘salvaguardati’ e’ di 1,2 miliardi (a partire dal 2014)”. Nelle prossime settimane poi verra’ adottato un terzo provvedimento di Spending review, dopo questo adottato su indicazione del commissario Enrico Bondi, che riguardera’ le agevolazioni fiscali, la revisione strutturale della spesa e i contributi pubblici sulla base delle analisi effettuate, per incarico del Governo, da Giuliano Amato e da Francesco Giavazzi. Passando ai temi specifici del provvedimento, rispetto alle attese, viene confermato il dipositivo che impone alle Pubbliche amministrazioni di approvvigionarsi di beni e servizi attraverso la Consip, pena la nullita’ dei contratti. Confermata anche la riduzione del personale delle amministrazioni statali, comprese quelle autonome, che devono procedere ad una ulteriore riduzione degli uffici di livello generale e di livello non generale, e delle relative dotazioni organiche, non inferiore al 20% di quelli esistenti. Devono, inoltre, procedere a una rideterminazione delle dotazioni organiche del personale non dirigenziale non inferiore al 10%. Tagli anche per il personale delle Forze armate che ridurranno il totale generale degli organici in misura non inferiore al 10%. Stretta sulle spese della Pubblica amministrazione con il taglio del 50% delle auto blu e la riduzione delle consulenze. I buoni pasto vengono ridotti fino a un massimo di 7 euro anche per i dirigenti. Per quanto riguarda la razionalizzazione del patrimonio pubblico, viene sospeso per il triennio 2012-14 l’adeguamento Istat per i canoni di locazione dovuti dalle amministrazioni pubbliche, mentre viene accelerata la vendita degli immobili del ministero della Difesa. Tagli poi anche per le spese dei ministeri. Per quello dei Trasporti e Sviluppo econimico e’ stabilita la soppressione dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo (ISVAP) e della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP). Le funzioni dei due enti saranno accorpate dall’IVARP, che nasce come unico istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e sul risparmio previdenziale, nel pieno rispetto delle indicazioni comunitarie in materia. La scure dei tagli si abbatte anche sugli enti territoriali. Si riducono di 700 milioni di euro per l’anno 2012 (e di 1.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013) i trasferimenti dello Stato alle Regioni a statuto ordinario, escludendo dalla riduzione le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale. La ripartizione tra le Regioni di tale riduzione sara’ determinata dalla Conferenza Stato-Regioni, considerando la virtuosita’ e gli eccessi di spesa di ciascuna Regione rilevati dal Commissario straordinario per la spesa pubblica, Enrico Bondi; Analoghe misure sono previste nei confronti dei Comuni e delle Province. Per questi la Conferenza Stato Citta’ provvede alla ripartizione della riduzione dei trasferimenti. Per i Comuni la riduzione e’ pari a 500 milioni di euro per l’anno 2012 e 2.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013. Per le Province la riduzione e’ di 500 milioni di euro per l’anno 2012 e 1.000 milioni di euro a decorrere dal 2013. Il decreto interviene anche sulle province, prevedendone la riduzione e l’accorpamento, con l’obiettivo di dimezzare il numero attuale. La riduzione avverra’ sulla base di due criteri: il primo e’ la dimensione territoriale, il secondo e’ la popolazione. I Comuni capoluogo di Regione sono esclusi dagli interventi di accorpamento e riduzione. Le province che ”restano in vita” avranno le seguenti competenze: ambiente (soprattutto per il settore discariche); trasporti e viabilita’ (anche per quanto attiene la costruzione, la classificazione e la gestione delle strade). In attuazione del decreto ”Salva Italia”, vengono devolute ai Comuni tutte le altre competenze che finora lo Stato aveva attribuito alle province. Entro il 1* gennaio 2014 vengono istituite le Citta’ metropolitane, dieci in tutto: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Contestualmente, verranno soppresse le relative province. Il decreto stabilisce anche tetti per la spesa dei dispostivi medici, con un taglio del 5% su importi e volumi delle forniture e un aumento dello sconto obbligatorio che le farmacie e le aziende farmaceutiche praticano nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale. Per l’istruzione viene invece stabilito una tesoreria unica dove confluiranno tutte le risorse finanziarie. Vengono poi stanziati 10 milioni per le universita’ non statali. Questa cifra e’ inferiore a quella assegnata negli scorsi anni agli atenei privati, pari a 20 milioni. Si destinano 90 milioni in piu’ per il diritto allo studio. In questo modo si riporta lo stanziamento al valore storico. Infine, si destinano 103 milioni per la gratuita’ dei libri di testo nella scuola secondaria di primo grado (per le primarie i libri di testo sono assicurati gratuitamente dai Comuni). In questo caso lo stanziamento rimane invariato rispetto a quello degli scorsi anni.
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