Monti: «La manovra vale in tutto 24 miliardi» Fornero: «Pensioni, contributivo per tutti»

Il Corriere della Sera
4 Dicembre 2011
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– «La manovra vale in tutto 24 miliardi al lordo della delega fiscale». Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Monti secondo quanto riferito da partecipanti alla riunione con le parti sociali a palazzo Chigi. Monti ha ribadito che si tratterà di una manovra di «rigore, equità e sviluppo» e che ci saranno interventi strutturali in diversi campi. Confermato l’obiettivo del pareggio di bilancio per il 2013, con i nuovi interventi potrebbe essere anticipato al 2012. «Siamo di fronte a una alternativa tra la situazione attuale, con i sacrifici richiesti e una situazione di uno Stato insolvente, di un euro distrutto magari per infamia dell’Italia» ha sottolineato Monti.

LA MANOVRA – Tre i punti sui quali interviene la manovra che sarà varata durante il consiglio dei Ministri: bilancio pubblico, previdenza e sviluppo. Monti ha anche annunciato che gli interventi sul mercato del lavoro arriveranno «più avanti». Il presidente del Consiglio ha poi detto di essere rimasto «colpito dalla consapevolezza della crisi che hanno avuto le parti sociali». Ma «da allora la situazione è peggiorata». «Il settore dove serve maggiore concertazione è quello del mercato del lavoro, meno sulla previdenza e sulle politiche economiche» ha spiegato ancora Monti che avrebbe anche affermato che nella manovra saranno contenute misure per contrastare l’evasione fiscale e per alleviare la pressione fiscale su lavoro e imprese.

ALIQUOTA IRPEF – Il primo intervento della manovra è sull’Irpef. L’aliquota Irpef del 43% viene incrementata di 3 punti percentuali, al 46%, fino al 2014 secondo quanto si legge nella bozza del provvedimento.

PENSIONI– Intanto il governo nella manovra ha previsto tutta una serie di provvedimenti volti a riformare la previdenza, primo tra tutti l’estensione del metodo contributivo pro rata per il calcolo della pensione per tutti, come ha annunciato nel corso della riunione con le parti sociali il ministro del Welfare, Elsa Fornero. «Aboliremo le finestre di uscita per le pensioni. Sono un bizantinismo inutile» ha poi aggiunto Fornero. È in arrivo invece una fascia di flessibilità per l’uscita verso la pensione con assegni più bassi per chi esce prima. La pensione di anzianità a qualsiasi età si raggiungerà soltanto avendo almeno 42 anni di contributi per gli uomini e 41 per le donne. La convergenza invece tra uomini e donne per l’età di vecchiaia a 66 anni (che per gli uomini è prevista fin dal 2012) sarà raggiunta nel 2018. Tuttavia le donne dipendenti del settore privato andranno in pensione di vecchiaia a partire da 63 anni già nel 2012. Si tratta di uno scalino di 3 anni, nel 2011 andavano infatti a 60 anni. Sarà flessibile successivamente come detto, la scelta delle pensioni nel settore privato da un’età minima di 63 anni a 70 per le donne e da 66 a 70 per gli uomini, calibrata su incentivi per chi resta e disincentivi per chi va via prima. L’adeguamento delle pensioni in essere all’inflazione inoltre sarà congelato per il 2012 ma saranno salve le pensioni al minimo.

SVILUPPO – Il ministro per lo Sviluppo Corrado Passera ha invece annunciato interventi sull’Irap, che sarà defiscalizzata sulla parte attinente al costo del lavoro, e il supporto alle banche per il sostegno al credito delle Pmi. «L’obiettivo – avrebbe detto Passera secondo quanto riferito – è favorire la patrimonializzazione delle imprese (con premi agli imprenditori che mettono capitale nelle imprese). Sono previsti interventi sull’Irap. Dobbiamo inoltre concentrare le risorse sul fondo Pmi e supportiamo le banche per il sostegno al credito a Pmi». «La componente crescita è altrettanto importante del rigore», è la filosofia illustrata da Passera, che ha anche annunciato «misure per il risparmio energetico» e «un nuovo Ice».

LIBERALIZZAZIONI – Via libera anche alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli a pagamento, che potranno essere venduti anche nelle parafarmacie ma «nell’ambito di un apposito reparto delimitato, rispetto al resto dell’area commerciale, da strutture in grado di garantire l’inaccessibilità ai farmaci da parte del pubblico e del personale non addetto, negli orari sia di apertura al pubblico che di chiusura». «Le condizioni contrattuali e le prassi commerciali adottate dalle imprese di produzione o di distribuzione dei farmaci, che si risolvono in una ingiustificata discriminazione tra farmacie e parafarmacie quanto ai tempi, alle condizioni, alle quantità ed ai prezzi di fornitura, costituiscono – si legge nella bozza di decreto del Consiglio dei ministri – casi di pratica commerciale sleale ai fini dell’applicazione delle vigenti disposizioni in materia».

IMU – Un altro fronte di intervento della manovra è quello relativo all’Imu (l’ex Ici). Dal ritorno dell’Ici e dalle rivalutazioni catastali previsti dalla manovra, arriveranno 10-12 miliardi nessuno dei quali però andrà ai comuni. L’imposta municipale riguarderà anche «l’abitazione principale e le pertinenze della stessa»: l’aliquota ordinaria è dello 0,76%, mentre per l’abitazione principale è ridotta allo 0,4%. E poi altre misure: «Interventi su beni di lusso (barche aerei auto) che affiancano l’Imu andranno a comporre in futuro la tassa Patrimoniale»; «taglio lineare su deduzioni fiscali per famiglie per 22 miliardi o intervento su Iva»; «previsto un ulteriore aumento dell’Iva del 2% per un importo di 16 miliardi», sempre per far fronte alla riforma fiscale nel 2013.

TAGLI A ENTI LOCALI – Ammonterebbero invece a cinque miliardi i tagli che il governo si appresterebbe a fare nei confronti delle regioni e degli enti locali. È quanto avrebbe riferito ai presidenti di Regione e ai sindaci, sempre il ministro Giarda. In particolare la manovra prevederebbe tagli di un miliardo e 400 milioni per i comuni, di 500 milioni per le province e di poco più di 3 miliardi per le Regioni. Per quanto riguarda i comuni, i minori tagli sarebbero commisurati all’imponibile Imu (Imposta municipale unica, l’ex Ici). Per quanto riguarda invece le province, starebbe a loro decidere come suddividere il taglio da 500 milioni. Il governo ha però accolto la richiesta delle Regioni di destinare una parte delle accise sui carburanti al trasporto pubblico locale in modo da ridurre i tagli sui trasporti.

ESENZIONI – Tutte le agevolazioni fiscali e i benefici assistenziali saranno soggetti all’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, e oltre una certa soglia di reddito non saranno più concessi. Sarà previsto un decreto di natura non regolamentare del presidente del Consiglio dei ministri da emanare previo parere delle commissioni parlamentari competenti entro il 31 maggio 2012 a stabilire la revisione delle modalità di determinazione dell’Isee. A rischio assegni per gli asili nido, esenzioni per la tassa universitaria e altri tipi di regimi agevolati. I risparmi derivanti dalla misura saranno riassegnati al fondo per le politiche sociali per essere destinati a interventi a favore di famiglie numerose, di donne e di giovani. – Nella bozza allo studio del Consiglio dei Ministri anche l’abbassamento della soglia di tracciabilità delle transazioni fissata – sembra – a mille euro. – Per le regioni poi è previsto dalla manovra un aumento dell’aliquota addizionale Irpef dallo 0,9% all’1,23%. Ci sarebbe in ogni caso un’opzione, rivolta a chi riduce la spesa sanitaria, di applicare l’aumento solo parzialmente ma indicando qual è il risparmio prodotto dalla riduzione.

TRACCIABILITA’ – Nella bozza allo studio del Consiglio dei Ministri anche l’abbassamento della soglia di tracciabilità delle transazioni fissata – sembra – a mille euro.

ADDIZIONALE IRPEF REGIONALE – Per le regioni poi è previsto dalla manovra un aumento dell’aliquota addizionale Irpef dallo 0,9% all’1,23%. Ci sarebbe in ogni caso un’opzione, rivolta a chi riduce la spesa sanitaria, di applicare l’aumento solo parzialmente ma indicando qual è il risparmio prodotto dalla riduzione.

BOLLI – Un intervento sui patrimoni è previsto invece sicuramente tramite il riaggiustamento dei bolli che si applicano sui conto coLo ha detto sempre il ministro Giarda.

AUTHORITY – Scure sul numero dei componenti di Consob, Antitrust e Agcom. Nel dettaglio, il numero dei componenti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è ridotto da otto a quattro, escluso il presidente; quello dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture è ridotto da sette a cinque, compreso il presidente. Quello dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas è ridotto da cinque a tre, compreso il presidente, coma anche quello dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) e quello della Commissione nazionale per la società e la borsa (Consob). E anche l’Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua, l’Agenzia per la sicurezza nucleare e l’Agenzia nazionale di regolamentazione del settore postale vengono soppresse e accorpati i primi due all’Autorità per l’energia elettrica e il gas e il terzo all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

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