Per quanto riguarda il d.d.l. di proroga, il Ministro della semplificazione normativa, Roberto Calderoli, ha ringraziato l’Aula della Camera “per il voto all’unanimità” sul d.d.l. Un voto che, ha detto il ministro leghista, “ci darà la possibilità di andare avanti nel fare le riforme che in questo paese si debbono fare non solo a parole ma nei fatti in maniera largamente condivisa”.
“Abbiamo fatto una serie di decreti in tempi diversi, che probabilmente necessiteranno di un loro coordinamento e integrazione, perché fatti in momenti diversi e anche con un’esperienza diversa rispetto al provvedimento”, ha sottolineato, aggiungendo che “l’aver forzato anche in certi momenti questo percorso è stato necessario, altrimenti non si sarebbe raggiunto alcunché”. Quindi Calderoli ha fatto suo l’appello del Capo dello Stato Giorgio Napolitano: “Nello spazio aperto da questa proroga siamo disponibili a lavorare con la maggioranza e l’opposizione rispetto su eventuali correttivi”. Il ministro leghista ha apprezzato in modo particolare il voto favorevole dell’Udc, unico partito a votare contro la delega sul federalismo, al d.d.l. proroga: “Non è poca cosa”, ha detto l’esponente del Carroccio.
“Abbiamo fortemente voluto la proroga per il ddl delega sul federalismo fiscale, finalmente governo e maggioranza si sono decisi, dopo aver ostinatamente resistito ad una richiesta di buon senso che era quella del Pd”, ha detto Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni Economiche del Gruppo del Pd alla Camera dopo le parole del ministro. “Oggi – ha aggiunto il deputato democratico – prendiamo anche atto di una positiva apertura del ministro Calderoli: naturalmente, vogliamo che questo atteggiamento si traduca in fatti. Aspettiamo cioè di riscrivere il testo del decreto sul federalismo municipale che sta già provocando molti problemi a migliaia di sindaci che incontrano gravi difficoltà a chiudere i bilanci dei loro Comuni, non avendo altra scelta, se quel provvedimento non cambia, che l’innalzamento delle tasse: una ipotesi sciagurata contro la quale il Pd continuerà a battersi”.
Passiamo al provvedimento attuativo del federalismo in materia di premi e sanzioni per i governatori con i conti in rosso. La mancata intesa delle regioni sul decreto è stata sancita ieri in conferenza unificata ed approda oggi in Consiglio dei ministri convocato per trasmettere, comunque, il testo del provvedimento alla bicamerale guidata da Enrico La Loggia. Nel frattempo, Regioni e governo hanno convenuto sulla possibilità di estendere anche al governo centrale il meccanismo delle sanzioni. Una richiesta di reciprocità, questa, formulata dai governatori che ha trovato porte aperte da parte del Ministro Calderoli: “Sono stato io per primo ad introdurre tre anni fa” questa indicazione, spiega conversando con i giornalisti. Dove vengono individuati costi e fabbisogni standard per comuni province e regioni “è inammissibile che queste non vi siano per l’amministrazione centrale dello Stato”. Per l’esponente del Carroccio “l’albero storto’ e soprattutto a livello centrale. Il federalismo è tagliare i costi della Pubblica amministrazione per ridurre le tasse”. Quindi, ritornando al meccanismo delle sanzioni, ribadisce che “sono 3 anni che cerco di farlo. Bisognava trovare una via. Ora il modello c’è”. Le sanzioni, spiega ancora, “devono essere giuste ma esserci”.
Intanto arriva dalle Regioni anche una richiesta di nuovo incontro con il governo perché servono risposte sulle risorse che riguardano il trasporto pubblico locale. “Chiediamo di rispettare l’accordo sul federalismo. Siamo molto preoccupati – ha detto il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani – abbiamo chiesto che sia rispettato l’accordo ma non abbiamo avuto risposte, se non generiche rassicurazioni”. Le regioni chiedono anche di avere “risposte chiare” su altre questioni: nel decreto sviluppo ci sono “problemi seri” mentre pone “problemi di costituzionalità” il decreto di attuazione del federalismo fiscale che introduce premi per i virtuosi e sanzioni per i governatori in rosso. Per Errani “l’unica strada è la collaborazione leale che le regioni hanno dimostrato con i fatti. Se va avanti con azioni unilaterali per il paese il risultato non può che essere negativo”.
di Fortunato Laurendi
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