Risanamento e investimenti, ai comuni in disavanzo 2,7 mld in 20 anni

ItaliaOggi
24 Dicembre 2021
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di Francesco Cerisano

Un aiuto ventennale per sostenere i grandi comuni con i bilanci gravemente in rosso nel risanamento del disavanzo. E per metterli nelle condizioni di realizzare, nonostante la zavorra dei debiti, i progetti del Pnrr. Per i capoluoghi di città metropolitana che presentano un disavanzo pro capite superiore a 700 euro arrivano circa 2,7 miliardi di contributi in 20 anni condizionati al rispetto di alcuni vincoli di risanamento che andranno messi nero su bianco in un accordo, per il ripiano del disavanzo e il rilancio degli investimenti, da sottoscrivere entro il 15 febbraio tra il governo e i sindaci dei comuni interessati. Nell’accordo, i comuni in crisi finanziaria dovranno impegnarsi ad assicurare per ciascun anno risorse proprie pari ad un quarto del contributo annuo ricevuto dallo Stato da destinare al ripiano del disavanzo e al rimborso dei debiti finanziari. Si inizierà nel 2022 con un plafond 150 milioni di cui più della metà (85,2 milioni) andrà al comune di Napoli, in attuazione di quanto previsto dal decreto ministeriale Interno-Mef, approvato in Conferenza stato-città. I fondi a Napoli non basteranno certo per ripianare il disavanzo monstre di 2,47 miliardi certificato qualche giorno fa dalla Ragioneria generale dello stato, ma costituiranno un primo step di un aiuto più strutturale delineato proprio dall’emendamento del governo alla Manovra. Torino, con un disavanzo di 888 mln, riceverà 30 milioni. Le restanti risorse se le divideranno Palermo (24,5 mln) e Reggio Calabria (10 milioni) rispettivamente zavorrate da un disavanzo di 622 e 339 milioni. Per il 2023 i fondi saliranno a 290 milioni e la stessa cifra sarà confermata nel 2024. Nel 2025 le risorse si ridurranno leggermente e si attesteranno a quota 240 milioni, poi dal 2026 fino al 2042, in una situazione finanziaria che si spera migliore per gli enti con i conti in rosso, il contributo sarà pari a 100 milioni di euro annui.

Come saranno suddivisi i fondi? I criteri sono gli stessi che hanno portato alla distribuzione della prima tranche di 150 milioni a Napoli, Torino, Palermo e Reggio Calabria. Le risorse saranno ripartite in proporzione all’onere connesso al ripiano annuale del disavanzo e alle quote di ammortamento dei debiti finanziari al 31 dicembre 2021, al netto della quota capitale delle anticipazioni di liquidità e di cassa. Ai fini del calcolo del disavanzo pro capite, si farà riferimento al disavanzo risultante dai rendiconti 2020 inviati alla Banca dati delle amministrazioni pubbliche (Bdap) entro il 30 novembre 2021. Come detto, entro il 15 febbraio 2022 palazzo Chigi e i sindaci dei comuni interessati dovranno sottoscrivere l’accordo di risanamento dei bilanci mettendo in atto un lungo elenco di misure che potranno essere adottate in tutto o in parte. Dall’incremento dell’addizionale Irpef all’aumento dei canoni di concessione e locazione, dalla razionalizzazione delle partecipazioni societarie all’efficientamento della riscossione che si baserà su due capisaldi: affidamento agli esattori (compresa Agenzia delle entrate-Riscossione) dei carichi fiscali relativi ai crediti maturati e esigibili almeno 30 mesi prima della prescrizione e rateizzazione delle somme dovute fino a un massimo di 24 rate (36 nei primi due anni di applicazione dell’accordo). Completano il quadro delle misure, il taglio del 2% degli impegni di spesa di parte corrente per servizi istituzionali, generali e di gestione, lo snellimento della struttura amministrativa (riducendo i dirigenti e le dotazioni organiche e potenziando le strutture coinvolte nell’utilizzo dei fondi del Pnrr), il riordino degli uffici, eliminando duplicazioni o sovrapposizioni, la costituzione di uffici comuni, la riduzione della spesa del personale in servizio, incluse le risorse destinate al trattamento accessorio del personale. Un capitolo a parte lo meritano gli investimenti per il Pnrr che gli enti dovranno impegnarsi ad incrementare grazie all’utilizzo dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e delle altre risorse nazionali o comunitarie, garantendo un incremento dei pagamenti rispetto alla media del triennio precedente pari alle risorse assegnate accresciute del 5%.

In collaborazione con Mimesi s.r.l.

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