di Gianni Trovati
Per le regioni arrivano altri 400 milioni per i costi dell’energia negli ospedali
Il pressing degli enti territoriali per riuscire a farsi spazio nel complicato gioco delle coperture del decreto energia ha dato qualche frutto. Anche se, come accade del resto a imprese e famiglie, inferiore al colpo del caro bolletta. Ma nel conto dei sindaci entrano anche i 905 milioni (da qui al 2026) per finanziare i 541 progetti di rigenerazione urbana dei Comuni del Nord rimasti esclusi dalle graduatorie di dicembre. Le assegnazioni saranno fatte dal Viminale entro fine marzo. «Il pacchetto enti locali vale 1,7 miliardi», sintetizza la viceministra all’Economia Laura Castelli. Sulle bollette il provvedimento «è un primo passo» secondo il presidente Anci Antonio Decaro, che giudica «molto positiva» la mossa finale sulla rigenerazione. In questo caso le risorse arrivano dalla riduzione di fondi per le piccole opere e la progettazione, con mini-tagli spalmati su più anni.
Sul caro-energia, la quota più consistente degli aiuti finisce ancora una volta alle Regioni, che vedono replicati i 400 milioni già ricevuti poco meno di un mese fa nel Sostegni-ter. Soldi che andranno prima di tutto alla bolletta degli ospedali, energivori per natura. Per gli enti locali arrivano invece 250 milioni (come anticipato sul Sole 24 Ore dell’11 febbraio): 200 ai Comuni e 50 a Città metropolitane e Province. La distribuzione avverrà entro un mese.
Come da previsione, il nuovo fondo non prevede un riferimento specifico al caro-energia, proprio per evitare confronti diretti fra il peso delle bollette over-size e il valore dell’aiuto. È stata evitata però anche la via del rifinanziamento dei vecchi fondoni Covid, che per indicazione della Rgs non potevano essere impiegati per pagare le utenze. Il fine ufficiale diventa quello di «garantire la continuità dei servizi erogati»: ma non c’è vincolo di destinazione, quindi potranno essere assorbiti dalle bollette.
Altri 50 milioni sono invece destinati all’ennesima copertura per le mancate entrate dell’imposta di soggiorno a causa di un turismo che stenta a ripartire: e stenterà, calcola il governo, anche nel periodo aprile-giugno 2022, trimestre a cui è collegato il nuovo stanziamento.
Ma anche in fatto di Pa il governo ha voluto affiancare agli interventi emergenziali misure strutturali. Il Demanio, con la Struttura centrale di progettazione nata dopo lunga gestazione, gestirà i «programmi di intervento per il miglioramento della prestazione energetica» degli edifici pubblici, nel tentativo di creare un coordinamento maggiore di quello registrato fin qui su questo terreno.
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
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