Dal fondo di solidarietà oltre 6,7 miliardi ai comuni. Il dpcm va in G.U.

ItaliaOggi
8 Giugno 2022
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di MATTEO BARBERO (ItaliaOggi 08/06/2022) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

A fissare i criteri per la formazione ed il riparto è il dpcm del 3 maggio scorso, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 130 del 6 giugno. Ai fini della distribuzione il fondo è suddiviso in due macro-quote: la prima (a carico dello Stato) serve a compensare i mancati gettiti Imu e Tasi derivanti dalle detassazioni introdotte dalla legge di stabilità 2016, mentre la seconda (alimentata dagli stessi comuni con una quota dell’Imu) viene distribuita seconda una logica di “perequazione”. Mentre nelle isole, quest’ultima guarda solo alla spesa storica, nelle altre regioni ordinarie (le speciali del Nord sono fuori dal meccanismo) viene attribuito un peso ogni anno crescente alla componente “federalista” basata sul differenziale fra capacità fiscali e fabbisogni standard; per il 2022, tale peso è pari al 60%, secondo un trend che lo porterà al 100% a partire dal 2030. Alle componenti tradizionali del fsc si è aggiunta, con un importante incremento di risorse introdotto dalla legge di bilancio 2021, la componente vincolata agli obiettivi di servizio. In sintesi si tratta di risorse “verticali”, cioè finanziate direttamente dallo Stato, che vengono ripartite tra gli enti comunali in base ai fabbisogni standard allo scopo di finanziare il potenziamento dei servizi sociali e dei servizi di asili nido sia dei comuni delle regioni a statuto ordinario che di quelli di Siciliae Sardegna.

Le modalità di utilizzo delle risorse aggiuntive sono state definite dal dpcm 1 luglio 2021 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 209 del 12/9/2021), che ha anche introdotto nuovi adempimenti a carico degli uffici finanziari. In pratica, il decreto prevede che gli enti sono tenuti a destinare una spesa per la funzione sociale, al netto del servizio di asili nido, almeno pari al fabbisogno standard monetario riportato nell’allegato alla nota tecnica, ovviamente nel limite delle risorse aggiuntive effettivamente assegnate. Tutti i comuni sono sottoposti a monitoraggio dei servizi offerti in termini di utenti serviti per le diverse tipologie di servizio e le eventuali liste di attesa. Gli enti con una spesa inferiore al fabbisogno standard monetario dovranno indicare anche il livello di spesa aggiuntivo e il relativo incremento dei servizi sociali offerti sulla base delle diverse opzioni indicate nella predetta scheda di monitoraggio e riassunte nel paragrafo «Quadro 3) Obiettivi di servizio – Rendicontazione risorse aggiuntive» della nota tecnica . Per quanto concerne, invece, le risorse destinate agli asili nido, esse verranno distribuite a partire dal 2022 e saranno espressamente vincolate al miglioramento dell’offerta, in particolare all’aumento del numero di posti disponibili a tempo pieno rispetto ai residenti tra0e2 anni, nei comuni dove tale rapporto è inferiore alla media di territori con un numero simile di bambini.

* Articolo integrale pubblicato sul Italiaoggi del 8 giugno 2022.

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