di FRANCESCO CERISANO (ItaliaOggi -15/06/2022) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.
LA RAGIONERIA BOCCIA L’EMENDAMENTO AL DL 36
Sfuma la possibilità per i comuni medio-piccoli (con popolazione compresa tra 5 mila e 15 mila abitanti) di finanziare opere pubbliche di rigenerazione urbana con le risorse del Pnrr non assegnate. L’emendamento, targato Pd, al decreto legge Pnrr bis (dl 36/2022) all’esame delle commissioni affari costituzionali e istruzione del Senato ha ricevuto parere contrario della Ragioneria generale dello stato. Il motivo? “Le risorse delle singole misure del Pnrr sono state stanziate sulla base di determinati obiettivi target” e utilizzarle per altre finalità “potrebbe comportare il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo”. Senza dimenticare, avverte via XX Settembre, che le regole del Recovery Plan impongono a ciascuno stato membro di destinare almeno il 37% dei fondi all’obiettivo climatico e almeno il 20% all’obiettivo digitale, con la conseguenza che “eventuali spostamenti di risorse che alterano tale equilibrio non possono essere assentiti”.
Bocciato dalla Ragioneria generale dello stato anche il comma 3 dell’emendamento che dava la possibilità alle amministrazioni titolari di interventi di inclusione sociale, rigenerazione urbana, efficientamento energetico e smart cities, di destinare eventuali economie all’abbattimento della quota di cofinanziamento eventualmente prevista in sede di copertura del quadro economico complessivo dell’opera. Per la Ragioneria non è chiaro se la norma intendesse fare riferimento solo alle risorse che dovessero eventualmente residuare a seguito dell’attivazione del meccanismo compensativo degli oneri derivanti dall’incremento dei prezzi o anche all’adeguamento delle basi d’asta introdotto ai sensi dell’art 26 del decreto legge aiuti (dl 50/2022). Le commissioni prima e settima di palazzo Madama inizieranno oggi a votare gli emendamenti. Fino a ieri infatti si sono susseguie riunioni di maggioranza per fare una sintesi sui diversi temi. A cominciare dalla scuola su cui non e’ stato trovato un punto d’incontro su uno dei nodi principali, ossia il taglio al budget che finanzia la carta del docente. I senatori avrebbero aderito alla richiesta del Mef di non toccare le risorse, che quindi resterebbero invariate. Mentre su un altro tema caldo come il rinvio delle sanzioni per gli esercenti che non attivano il Pos entro luglio, il ministero dell’economia sarebbe invece fermo a difesa delle multe. Il calendario dei lavori in commissione prevede sedute per tutta la settimana. Il decreto legge è atteso all’esame dell’aula di palazzo Madama (dove dovrebbe essere posta la questione di fiducia) già lunedì 20 giugno. Seguirà poi un esame sprint alla Camera, considerando che il provvedimento va convertito in legge entro la scadenza del 29 giugno.
* Articolo integrale pubblicato sul Italiaoggi del 15 giugno 2022.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento