L’invenzione delle quote vincolate nel fondo di solidarietà comunale. Cambiano le regole e la complessità aumenta sempre

17 Novembre 2022
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Innanzitutto, giova ricordare che il Fondo di solidarietà comunale (FSC) altro non è che un trasferimento erariale annuale ai Comuni con finalità perequative, alimentato dal gettito dell’IMU che i Cittadini versano totalmente allo Stato tramite i pagamenti dell’IMU con modello F24.

In pratica il gettito dell’IMU, pur essendo una imposta comunale, confluisce nel bilancio dello Stato, che la ridistribuisce ai Comuni in parte direttamente (accrediti diretti dall’Agenzia delle Entrate) e in parte indirettamente tramite, per l’appunto, il Fondo di solidarietà comunale (FSC). Fino a qualche anno fa, sia il gettito dell’IMU, sia il FCS, costituivano per i Comuni entrate correnti senza alcun vincolo di destinazione a tipologie di spesa specifiche e, quindi, rientravano a pieno titolo nelle prescrizioni del postulato dell’unità del bilancio (art. 162, comma 2, del Tuel D. Lgs. 267/2000), secondo il quale “il totale delle entrate finanzia indistintamente il totale delle spese, salvo le eccezioni di legge”. Ciò significa che, in ossequio all’autonomia di spesa costituzionalmente ricononosciuta ai Comuni, il bilancio va considerato, in via generale, come una sola entità senza alcuna correlazione diretta tra entrate e spese. Vi sono comunque delle eccezioni a tale principio. Trattasi di casi particolari stabiliti dalla legge per scopi specifici, come, ad esempio i contributi ricevuti per un restauro di un immobile, che, ovviamente, possono essere utilizzati solamente a tal fine; normalmente, il mancato utilizzo è sempre connesso all’obbligo di restituzione del contributo assegnato. Tecnicamente, trattasi di “entrate vincolate” a specifiche spese. Dovrebbe essere una eccezione, dicevamo, ma, a quanto pare, e un po’ alla volta, sta diventando una vera e propria abitudine: vediamo assieme il perchè.

1.

La legge di bilancio dell’anno 2021, L. 30/12/20, n. 178, art. 1, comma 791, stabilisce che una parte del fondo di solidarietà (FSC) viene assegnato in proporzione del rispettivo coefficiente di riparto del fabbisogno standard calcolato per la funzione “Servizi sociali” ed approvato dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard.

Il successivo DPCM 1/7/21 stabilisce le modalità attuative ed in particolare:
– definisce gli obiettivi di servizio di ciascun comune per l’anno 2021;
– dispone che i Comuni sono tenuti a destinare nel 2021 una spesa per la funzione sociale, al netto del servizio di asili nido, almeno pari al fabbisogno standard monetario riportato nella nota tecnica dello stesso DPCM;
– tutti i Comuni sono tenuti al monitoraggio ministeriale;
– il raggiungimento dell’obiettivo di servizio deve essere certificato attraverso la compilazione di una apposita scheda di monitoraggio;
– la certificazione va allegata al rendiconto generale della gestione e inviata telematicamente a Sose Spa;
– in caso di accertato mancato raggiungimento, in tutto o in parte, degli obiettivi, la quota di FSC assegnata viene recuperata direttamente dal Ministero a valere sul Fondo di solidarietà o, in caso di incapienza, sull’Imu. Sose Spa ha attivato una apposita piattaforma digitale per la suddetta certificazione.

2.

La legge di bilancio dell’anno 2022, L. 30/12/21, n 234, aumenta la quota vincolata del FSC:
– per il potenziamento dei servizi educativi per l’infanzia (asili nido) (Art. 1, c. 172-173), con l’obiettivo di raggiungere entro l’anno 2027 un grado di copertura del servizio, compresa la quota fornita attraverso strutture private, pari al 33% della popolazione in età 0-2 anni.
La norma dispone inoltre l’esclusione del servizio asilo nido dagli obblighi di copertura minima dei costi del servizio in caso di “deficitarietà strutturale” (ex art. 243 TUEL).
– per finanziare i livelli essenziali di prestazione (LEP) del trasporto scolastico degli studenti disabili frequentanti la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado (art. 1, comma 174).

3.

Trattasi quindi di un profondo cambio di strategia governativa che, un po’ alla volta, è destinato a minare la natura stessa del FSC, inteso fin dall’origine, quale trasferimento erariale generico rivolto a finanziare indistintamente le spese correnti dei Comuni. Infatti, sempre più quote del FSC vengono “agganciate” a obiettivi specifici di potenziamento di taluni servizi, con la sanzione del recupero forzoso in caso di inadempienza. Aumenta peraltro la complessità gestionale e, di conseguenza, diminuisce l’autonomia di bilancio degli enti territoriali.

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