Smart working, arriva il rinvio al 30 giugno ma divide privati e Pa

il sole24ore
10 Febbraio 2023
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di MARCO MOBILI e GIANNI TROVATI (Il Sole 24 Ore – 10/02/2023) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Nel tratto finale dell’esame del Milleproroghe alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato rispunta lo Smart Working semplificato. E la soluzione divide dipendenti pubblici e privati. Per i primi, con un emendamento della Lega viene estesa al 30 giugno la possibilità di lavoro agile generalizzato per i lavoratori fragili. Ai secondi pensa invece un emendamento del Pd, estendendo la stessa opzione anche per i genitori di figli fino a 14 anni nel settore privato, anche quando il tema non è disciplinato da accordi aziendali. Nel caso dei fragili si tratta di una proroga vera e propria, perché la disciplina semplificata era già in vigore fino al 31 marzo: per i genitori è invece una riapertura dei termini scaduti a fine 2022.

Più che con le differenze politiche, però, il doppio trattamento si spiega con ragioni di conti pubblici: perché nella Pa il lavoro fragile ad ampio raggio richiede la copertura finanziaria indispensabile quando l’interessato è impiegato in attività impossibili a distanza, e quindi deve essere sostituito. Nel settore privato invece il problema non si pone. Sull’estensione dello Smart Working per i fragili si era speso lo stesso governo, come rivendica la ministra del Lavoro Marina Calderone sostenendo che «il governo rispetta gli impegni». Il correttivo è però invece «una goccia nel mare» per la presidente dei senatori Pd Simona Malpezzi.

Non solo. Proprio per assenza di coperture, in prima battuta il correttivo sui lavoratori fragili era stato bocciato, prima che nella notte l’ennesimo lavoro di fino alla Ragioneria generale dello Stato permettesse di risolvere il problema. Ma la triangolazione fra Ragioneria, legislativo del Mef e Rapporti con il Parlamento ha permesso di mandare a dama circa 180 correttivi, di cui almeno 80 sono le proposte parlamentari riformulate dal governo. con «un approfondito lavoro istruttorio» come sottolinea la sottosegretaria all’Economia Lucia Albano. Il provvedimento andrà al voto dell’Aula martedì prossimo, prima del passaggio alla Camera per la ratifica dal momento che la scadenza al 27 febbraio non permette una terza lettura.

Fra gli emendamenti approvati passa anche un pacchetto di misure del ministero delle Imprese e del made in Italy guidato da Adolfo Urso. Tra questi, c’è la proroga al 30 novembre 2023 del termine per la consegna dei beni strumentali 4.0 (se è stato versato un acconto del 20%; si veda anche pagina 27), e quella, al 31 dicembre 2023, del termine per la consegna gratuita da parte di Poste di decoder per i pensionati in condizioni economiche disagiate, con estensione agli enti del terzo settore. Estesa al 31 dicembre 2026 la sospensione di alcuni obblighi di concorrenza previsti a carico di Poste Italiane, così da consentire l’ulteriore finanziamento del progetto Polis. Slitta al 31 dicembre 2023 l’obbligo di notifica sull’export extra Ue di rottami ferrosi.

Il successo corona anche gli sforzi del patron della Lazio Claudio Lotito (Fi), vicepresidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama, che riesce a far salire sul treno degli approvati un’estensione da tre anni a cinque anni dei contratti di cessione dei diritti televisivi del calcio.

Per i lavori pubblici è da segnalare l’estensione a tutto il 2023 del ricorso ai prezzari aggiornati nell’ambito degli accordi quadro di lavori pubblici assegnati sulla base di procedure scadute entro il 31 dicembre 2021. Slitta al 15 novembre, poi, il termine entro il quale il nuovo concessionario della A22 del Brennero dovrà versare l’acconto per il subentro. L’agricoltura invece esulta per l’approvazione di una serie di misure di settore a partire dalle agevolazioni fiscali estese a quest’anno per il comparto degli olivi colpiti dalla Xilella.

* Articolo integrale pubblicato sul Sole24ore del 10 febbraio 2022.

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