I meccanismi del Pnrr, pensati per finanziare una lunga serie di opere pubbliche, si stanno trasformando in un incubo per moltissimi piccoli comuni che, nell’attesa di questi fondi, ora rischiano il default. Il problema è legato al fatto che le norme prevedono che siano proprio i comuni ad anticipare alle imprese il 90 per cento dei costi sostenuti per i lavori. Solo dopo che queste somme saranno rendicontate gli enti locali potranno ottenere i fondi del Pnrr a copertura. Ma possono passare degli anni. E nella maggior parte dei casi gli enti locali, soprattutto quelli di piccole dimensioni, non sono in grado di anticipare le somme necessarie: sono circa 70mila i progetti che il Pnrr destina ai comuni sotto i 5mila abitanti. In molti casi si tratta di progetti già approvati negli anni scorsi dalle regioni. Solo che prima venivano garantiti i contributi necessari per i pagamenti in funzione dell’avanzamento dei lavori, ora invece sono i comuni che devono anticipare le somme. Così, molti comuni si sono trovati sull’orlo del tracollo e non sanno più a che santo votarsi. Qualche giorno fa una ventina di comuni della val Brembana hanno scritto a Giorgetti. Chiedono che il Pnrr anticipi almeno i fondi per le opere oltre i 200 mila euro. Perché non sono in grado di anticipare le somme necessarie. E se i comuni sono in difficoltà, le imprese che stanno eseguendo i lavori lo sono altrettanto, perché hanno già sostenuto una parte delle spese ed ora si trovano di fronte, in molti casi, ad un’amministrazione inadempiente, che chiede tempo, nella speranza di trovare da qualche parte i fondi necessari. Ma non è cosa semplice. E molte opere rischiano di saltare, mettendo in difficoltà le amministrazioni locali e le imprese. Oltre che i cittadini.
* Articolo integrale pubblicato sul Ilsole24ore del 26 aprile 2023.
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