Dirigenti Pa, fino a 15mila € a Natale

il Sole24ore
15 Novembre 2023
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di Gianni Trovati (Il Sole 24 Ore – 15/11/2023)
A quasi sei mesi dalla firma della preintesa all’Aran arriva la certificazione della Corte dei conti per il rinnovo contrattuale dei dirigenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici nazionali. Il nuovo contratto attende quindi ora solo la firma finale, in programma domani all’Aran, prima di produrre i propri effetti, che quindi si faranno sentire sui cedolini di dicembre. E saranno imponenti. In termini medi, il debutto degli aumenti da 334 euro lordi al mese sarà accompagnato da un’una tantum di 10.500 euro di arretrati, nello stesso mese in cui arriverà l’anticipo della tornata contrattuale successiva che vale fra i 1.500 e i quasi 2mila euro a seconda della collocazione gerarchica del dirigente. Al netto della tredicesima, insomma, la gobba retributiva di fine anno viaggia intorno ai 12mila euro e supera di slancio i 15mila nel caso dei dirigenti di prima fascia.
Come sempre accade nel pubblico impiego, le cifre non sono gonfiate da una particolare generosità del rinnovo ma piuttosto dal calendario. Quello che dopo lungo esame fra Ragioneria generale dello Stato e Corte dei conti arriva al traguardo dell’entrata in vigore è infatti il contratto 2019/2021, su cui Aran e sindacati sono arrivati all’intesa il 25 maggio scorso dopo una trattativa che prima di partire ha dovuto aspettare il completamento dei finanziamenti in manovra e poi la chiusura dei negoziati sul personale non dirigente. Questa volta, poi, a completare il quadro dei pagamenti interviene l’anticipo del rinnovo contrattuale 2022-24, che deve ancora partire perché i fondi sono messi a disposizione dalla legge di bilancio in discussione al Senato; ma ha visto appunto trasferire due miliardi di euro su quest’anno, in cui il deficit è già stato fatto volare dal Superbonus, per le esigenze dei saldi di finanza pubblica che non avrebbero invece avuto spazio per queste risorse nel 2024.
Gli interessati sono 6.200 fra dirigenti (poco più di 4mila) e professionisti al lavoro in agenzie fiscali, ministeri ed enti pubblici non economici come Inps, Inail, Enac e via dicendo, destinatari ovviamente di cifre diverse a seconda dell’inquadramento gerarchico. Per i dirigenti di prima fascia, fra tabellare e parte fissa della retribuzione di posizione l’aumento lordo mensile è di 340 euro, mentre nella seconda fascia si attesta a 195 euro, in un quadro però che è poi completato dagli incrementi nei fondi per le quote variabili dello stipendio (posizione e risultato).
Proprio su queste voci variabili, che nell’orizzonte retributivo dei dirigenti occupano una posizione molto più centrale rispetto a quanto accade per il resto del personale, arriva una delle novità più ambiziose scritte nel nuovo contratto.
L’idea, non nuova, è quella della «differenziazione della retribuzione di risultato», come recita l’articolo 19 del contratto. Più nuovo è il meccanismo, una sorta di superpremio per una «quota limitata» di dirigenti e professionisti «che conseguano le valutazioni più elevate, in base al sistema di valutazione adottato dall’amministrazione». A loro andrà «una retribuzione di risultato con importo più elevato di almeno il 30%, rispetto al valore medio pro-capite delle risorse complessivamente destinate» a questa voce. In soldoni, secondo le stime elaborate dall’Aran, nei ministeri il superpremio vale intorno ai 6mila euro per i dirigenti di seconda fascia e 12mila per quelli di prima fascia. Ma nelle agenzie fiscali, dove la retribuzione di risultato ha un peso maggiore sul complesso della busta paga, le cifre in gioco sono più alte e arrivano a 16mila euro per la seconda fascia fino a volare verso i 24mila per la prima.

In collaborazione con Mimesi s.r.l.

* Articolo integrale pubblicato su Il sole 24 ore del 15 novembre 2023.

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