di FRANCESCO CERISANO e MATTEO BARBERO (ItaliaOggi – 15/11/2023)
Arriva uno sconto sulla spending review per gli enti locali. Viene infatti sterilizzato per il 2023 il taglio di 150 milioni di euro (100 mln per i comuni e 50 per province e città metropolitane) istituito dalla legge di bilancio 2021 (legge n.178/2020) nel presupposto (tutto da dimostrare) che gli enti abbiano conseguito risparmi grazie alla digitalizzazione e al potenziamento del lavoro agile. Come anticipato su ItaliaOggi di ieri, questa spending review “informatica”, che si sarebbe aggiunta a quella prevista dalla Manovra (200 milioni per i comuni e 50 per le province ogni anno fino al 2028), viene almeno per il 2023 messa in stand by grazie a un emendamento al decreto legge “proroghe” (dl 132/2023) approvato in commissione finanze del Senato. La sesta commissione di palazzo Madama ha concluso ieri i lavori dando mandato alla relatrice Antonella Zedda (FdI) per riferire in aula. L’emendamento approvato lascia invariato il contributo alla finanza pubblica dovuto dalle regioni e dalle province autonome (196 milioni l’anno), mentre riduce quello a carico degli enti locali che si applicherà, dunque, solo per il 2024 e il 2025. Slitta al 2025 l’obbligo per i comuni di redigere la delibera di approvazione delle aliquote Imu tramite l’elaborazione del Prospetto, utilizzando l’applicazione informatica messa a disposizione sul portale del ministero dell’Economia e delle finanze. La proroga accoglie le osservazioni degli uffici tributi degli enti locali che da ultimo ieri, con una lettera inviata dal presidente dell’Anutel Franco Tuccio al viceministro dell’economia e delle finanze Maurizio Leo, ha chiesto di accelerare la messa a disposizione dell’applicativo, atteso per il mese di novembre e che non ha ancora visto la luce. Con conseguenze (negative) evidenti sulla programmazione contabile che proprio dal 2024 dovrebbe essere accelerata grazie alla nuova tabella di marcia disegnata dal Mef con il dm del 25 luglio. Non è un caso, quindi, che anche a causa della tardiva implementazione del portale, le nuove regole sui bilanci siano slittate al 2025, per effetto di un emendamento al decreto legge proroghe. Aliquote Imu, prospetto al 2025 Con il dm 07/07/2023 sono state individuate le fattispecie in materia di imposta municipale propria in base alle quali i comuni possono diversificare le aliquote. Con successivo comunicato del 21/09/2023, il Dipartimento delle Finanze ha anticipato la prossima apertura dell’applicativo informatico necessario per la elaborazione ed il successivo invio del prospetto delle aliquote Imu. In particolare è stato precisato che, fino al mese di ottobre, i comuni avrebbero potuto testare la funzionalità dell’applicazione informatica volta ad effettuare simulazioni per l’elaborazione del prospetto. Dal mese di novembre 2023 era prevista la possibilità di elaborare il prospetto per il 2024, da scaricare e inserire nella delibera di approvazione delle aliquote. Da gennaio 2024, infine, sarà attivata la funzione di trasmissione al Mef del prospetto ai fini della pubblicazione. L’art. 1, comma 757, della L. 160/2019 stabilisce che la deliberazione delle aliquote Imu deve essere redatta accedendo all’applicazione disponibile nel portale del Federalismo Fiscale, che consente, previa selezione delle fattispecie di interesse del comune tra quelle individuate nel decreto sopra richiamato, di elaborare il prospetto delle aliquote, che forma parte integrante della deliberazione stessa. Tuttavia, la mancata attivazione nell’applicazione informatica del prospetto delle aliquote Imu per l’anno 2024 impedisce agli enti di predisporre gli schemi di deliberazione. Di qui la richiesta Anutel di provvedere quanto prima. La proroga al 2025 risolve a priori questa problematica. Il giallo del Fondo anticipazione di liquidità Sembra invece essere caduto nel vuoto l’emendamento che avrebbe dovuto prorogare al 2025 l’iscrizione in bilancio del Fondo anticipazioni di liquidità (Fal) per gli enti in dissesto. Nonostante l’endorsement esplicito del ministro dell’interno Matteo Piantedosi durante la recente assemblea Anci di Genova, la proposta di modifica non è stata recepita nel testo che andrà oggi all’esame di palazzo Madama. Gli emendamenti bipartisan presentati sul punto sono stati infatti o respinti o ritirati con buona pace dei comuni in dissesto che ora dal 2024 si troveranno a dover iscrivere a bilancio il Fal subendo un ulteriore aggravamento contabile perché tali enti non hanno margini per assorbire l’aggravio costituito da una quota di ammortamento (spesso di rilevanti dimensioni) del disavanzo connesso alle anticipazioni. Di qui la richiesta di un anno in più in attesa che venga portata a compimento la riforma del Testo unico degli enti locali che dovrebbe operare una sistemazione complessiva della materia dei disavanzi da Fondo anticipazione liquidità. Piantedosi all’assemblea Anci aveva dato per certa la proroga perché, aveva detto, “i comuni non devono morire di contabilità”. Ma ora il dietrofront operato dal Senato complica le cose. Le reazioni “Ringraziamo il governo e il parlamento per aver accolto una richiesta pressante che era venuta dai Comuni, cioè la cancellazione del taglio previsto ma non ancora applicato per il 2023 di 100 milioni di euro per i Comuni e 50 milioni per le Città metropolitane e le Province.
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
* Articolo integrale pubblicato su Il sole 24 ore del 15 novembre 2023.
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