di MANUELA PERRONE e GIANNI TROVATI (Ilsole24ore, 23/01/2024)
Nel programma della sezione Autonomie verifiche senza rischio sanzioni ai dirigenti
La riforma organica della Corte dei conti annunciata dal Governo la scorsa estate dopo lo scontro che aveva portato all’abolizione per decreto del controllo concomitante sul Pnrr stenta per ora a vedere la luce. Ma gli indirizzi nati dal confronto non facile nei tavoli tecnici fra l’Esecutivo e i magistrati contabili che avrebbero dovuto partorire le nuove regole si fanno già sentire sull’impostazione del lavoro della Corte. L’impronta è evidente per esempio nel nuovo programma delle attività 2024 appena depositato dalla sezione delle Autonomie (delibera 3/2024), quella che si occupa dei conti di Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni e delle loro migliaia di realtà partecipate.
Questo mondo ha un ruolo di primo piano nel Pnrr, e proprio qui, dove era nata la battaglia con il Governo, si incontrano le novità più significative. La Corte prima di tutto annuncia per il prossimo autunno una relazione specifica sullo stato di attuazione del Pnrr negli enti territoriali, che sarà sviluppata anche aggiornando e semplificando le “tabelle Pnrr” che l’anno scorso hanno debuttato nei questionari annuali sui bilanci preventivi rivolti a tutte le amministrazioni locali e ora saranno invece collegate ai rendiconti.
I questionari sui conti locali sono il terreno principale su cui è fiorito negli anni quel «controllo collaborativo» che è al centro dei desiderata del Governo, anche nell’ambito della revisione più complessiva dei rapporti fra magistrature e Pa con l’obiettivo dichiarato di superare la cosiddetta “paura della firma”, e che del resto non è all’anno zero nemmeno nella Corte, dove trova sostenitori autorevoli convinti della necessità di irrobustire questo filone; che è già presente nell’attività delle varie sezioni e ora promette sviluppi in ambito Pnrr.
Sul Piano lo stop al controllo concomitante, ragiona la sezione, cancella «in particolare gli esiti che si connettevano a tale specifica modalità», cioè la possibile indicazione della responsabilità amministrativa dei dirigenti in caso di ritardi, ma «restano esercitabili i controlli in corso di gestione, nel senso di non attendere l’esito ultimo dell’attività con la rendicontazione, ma di intervenire durante lo svolgimento». Tutto questo potrà avvenire «senza dar corso a misure e restando nell’ambito di controlli volti ad indicare all’ente misure per favorire il raggiungimento dei risultati senza risvolti sulle responsabilità dirigenziali». In questa chiave, spiega sempre la delibera, «l’efficacia dei controlli potrà essere misurata nella capacità di individuare potenziali situazioni di criticità, anche future, suggerendo tempestivamente e in chiave collaborativa, l’adozione di misure correttive, anche sul piano finanziario, la cui individuazione e realizzazione rimangono naturalmente nella piena disponibilità degli enti». Il confronto fra magistrati e amministrazioni, in sintesi estrema, deve produrre consigli e contromisure possibili, non la minaccia di sanzioni.
Non è questa l’unica indicazione importante del programma 2024 della sezione Autonomie, che annuncia anche un referto al Parlamento dedicato specificatamente alla spesa sociale dei Comuni, esplosa con la crisi pandemica e ora oggetto di analisi con gli indicatori delle uscite per abitante (per misurare l’incidenza di questa voce nella gestione delle comunità locali) e delle uscite per utente (per provare a valutare l’efficacia delle misure). Un altro referto alle Camere si concentrerà sugli enti in dissesto (202 al 31 dicembre 2022) e pre-dissesto (254), che spesso faticano a uscire dalle crisi finanziare impigliandosi in una rete di regole incapaci di promuovere un risanamento effettivo. Mentre liste d’attesa e situazione dei sistemi territoriali di cura saranno al centro delle verifiche sulla sanità.
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
* Articolo integrale pubblicato su Ilsole24ore del 23 gennaio 2024.
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