Studio di Banca d’Italia sul debito delle amministrazioni locali

27 Febbraio 2024
Modifica zoom
100%
Pubblichiamo la documentazione dell’ufficio statistica di Banca d’Italia relativa al debito delle pubbliche amministrazioni. Lo studio, presentato il 23 febbraio 2024,  riporta le serie storiche annuali relative al debito (consolidato e non consolidato) delle Amministrazioni locali. Banca d’Italia con numerose tabelle analizza, per ciascuna Regione, la composizione per strumento – titoli, prestiti di Istituzioni finanziarie monetarie (IFM, inclusa la Cassa depositi e prestiti spa, CDP).

Modalità di analisi

Il debito consolidato delle Amministrazioni locali esclude le passività che costituiscono attività di enti appartenenti agli altri sotto settori delle Amministrazioni pubbliche. I titoli sono valutati al valore facciale. I dati relativi ai prestiti erogati dalle IFM residenti sono desunti dalle segnalazioni per la Matrice dei conti. I prestiti della CDP sono calcolati al netto della quota dei prestiti di scopo non ancora erogata e presente nei depositi nelle segnalazioni di vigilanza.

Il debito non consolidato, rispetto al debito consolidato, include le passività delle Amministrazioni locali verso enti appartenenti agli altri sotto settori delle Amministrazioni pubbliche (cosiddetti elementi di consolidamento). Il debito non consolidato fornisce quindi una misura della situazione debitoria complessiva degli enti, prescindendo dalla natura del soggetto creditore.

Nella categoria “altre passività” sono incluse principalmente le passività commerciali di Amministrazioni locali cedute al settore finanziario dalle imprese fornitrici con clausola pro soluto (ossia a titolo definitivo, trasferendone il rischio), le operazioni di cartolarizzazione riclassificate tra i prestiti(1), le operazioni di leasing finanziario effettuate con istituzioni finanziarie non bancarie, le operazioni di Partenariato pubblico-privato (PPP) consolidate nei conti delle Amministrazioni pubbliche.
Le passività in valuta estera sono convertite al tasso di cambio vigente alla fine del periodo di riferimento; gli importi tengono conto degli effetti delle operazioni di swap effettuate dall’emittente.

>> Scarica il documento di Banca d’Italia.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento