L’audizione della Corte dei conti sullo stato di attuazione e le prospettive del federalismo fiscale

27 Maggio 2024
Scarica PDF Stampa
Modifica zoom
100%
La Sezione delle autonomie della Corte dei conti ha tenuto Mercoledì 22 maggio 2024 l’audizione presso la Commissione bicamerale per discutere dell’assetto della finanza territoriale e delle linee di sviluppo del federalismo fiscale.

PNRR e indicatori finanziari

Durante l’audizione, è stato analizzato il percorso autonomistico e sono stati esaminati i principali indicatori di autonomia finanziaria. Inoltre, è stata valutata la portata della legge delega per la riforma fiscale, che prevede la razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario, nell’ambito del progetto di riforma del quadro fiscale subnazionale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), da raggiungere entro il 2026.

>> GUARDA IL VIDEO DELL’AUDIZIONE DELLA COMMISSIONE BICAMERALE.

Durante l’audizione sono stati esaminati gli aspetti legati all’attuazione territoriale degli obiettivi del PNRR e le criticità finanziarie degli enti locali. Nell’appendice sono stati sviluppati i temi sopra citati, riportando anche gli indicatori finanziari dei Comuni e delle Regioni, nonché i dati sulla spesa per investimenti.

Tuttavia, a distanza di due anni, non sono state apportate sostanziali innovazioni nel quadro attuativo delle riforme avviate. Lo sviluppo del federalismo fiscale si intreccia con altri importanti fronti evolutivi, come la determinazione dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), la riforma fiscale e la definizione di livelli di autonomia differenziata. Inoltre, sono stati affrontati gli obiettivi intermedi e finali del PNRR, presentato come parte di un ampio progetto di ripresa e resilienza del Paese.

Un altro aspetto da considerare riguarda il quadro economico delineato nel Documento di Economia e Finanza (DEF) 2024, che al momento riflette solo l’aggiornamento delle previsioni tendenziali a legislazione vigente, ma manca dei profili programmatici che saranno determinati dalla nuova governance europea. Durante l’audizione precedente, erano emersi gli effetti della complessa crisi geopolitica legata al conflitto in Ucraina, che ha influenzato in modo imprevedibile le prospettive sull’economia nel 2022, con l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia e la riduzione delle aspettative di imprese e consumatori.

Nel periodo post-pandemico, l’economia italiana ha registrato tassi di crescita annuali superiori alla media europea e nel 2023 il PIL ha registrato un aumento reale dello 0,9%. Nonostante un contesto geopolitico ed economico caratterizzato da elevata instabilità, le proiezioni macroeconomiche stimate dal DEF per il 2024 prevedono un tasso d’inflazione significativamente inferiore e un rallentamento della dinamica dei prezzi al consumo. Nell’area euro, si prevede che l’inflazione converga verso l’obiettivo del 2%, portando a un graduale allentamento delle condizioni monetarie e del costo del credito, favorendo la spesa in consumi e gli investimenti.

L’analisi prospettica e gli interventi auspicati

La previsione tendenziale di crescita del PIL in termini reali per il 2024 è dell’1%, considerando il contesto internazionale incerto. Tuttavia, il quadro della finanza pubblica non è confortante. L’incidenza dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche sul PIL è stata del 7,4% nel 2023, rispetto all’8,6% del 2022, ed il deficit è risultato superiore di oltre 2 punti percentuali rispetto all’obiettivo programmatico fissato nella NADEF 2023. Il rapporto debito/PIL è diminuito del 3,2% rispetto all’anno precedente, raggiungendo il 137,3% alla fine del 2023. Si prevede che il debito pubblico aumenti moderatamente rispetto al PIL fino al 2026, raggiungendo il 139,8%, a causa delle minori entrate legate alle compensazioni d’imposta previste dagli incentivi fiscali introdotti negli ultimi anni, che aggravano il profilo del debito.

Nel piano strutturale di bilancio di medio periodo saranno definiti gli obiettivi di politica economica per i prossimi anni, coerentemente con la nuova governance. Per il prossimo triennio, il Governo ritiene prioritario il rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale sul lavoro ed il perseguimento di obiettivi strategici legati alla transizione ecologica e digitale, all’equità sociale ed alla ripresa demografica.

Una rigorosa revisione della spesa, imposta dal nuovo Patto di stabilità, potrebbe influire anche sugli investimenti, riducendo ulteriormente i tassi di crescita dell’economia italiana, già piuttosto bassi nell’ultimo decennio. D’altra parte, politiche di sostegno agli investimenti comporterebbero una riduzione delle altre componenti della spesa pubblica e uno sforzo fiscale aggiuntivo, per il quale i margini di realizzazione sono già ridotti.

La revisione e la valutazione della spesa pubblica sono considerate una riforma abilitante nell’ambito del PNRR e rappresentano un elemento qualificante della strategia di finanza pubblica, alla cui realizzazione contribuiscono le strutture dedicate.

Il testo discute della revisione e della valutazione della spesa pubblica come parte integrante del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e della strategia di finanza pubblica. L’articolo 22-bis della legge di contabilità prevede una procedura specifica per il controllo della spesa, che include la definizione di obiettivi annuali per ciascun Ministero. Per il triennio 2024-2026, tali obiettivi sono stati approvati con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) nell’agosto 2023.

Gli Enti locali e la prossima riforma

Dal 2022, gli Enti territoriali hanno contribuito positivamente alla riduzione del disavanzo delle pubbliche amministrazioni. I tagli previsti dalla legge di bilancio per il 2021 hanno determinato un risparmio di 150 milioni di euro all’anno per ciascuna delle annualità 2024 e 2025, ai quali si aggiungono i minori trasferimenti disposti dalla legge di bilancio per il 2024, per gli anni 2024-2028, al fine di contenere la spesa e ridurre l’indebitamento netto.

Anche le regioni a statuto ordinario sono soggette a restrizioni simili, considerando che i margini di manovra sono limitati.

Gli enti territoriali forniscono anche un sostegno al bilancio pubblico attraverso il gettito tributario. Nel 2023, la quota garantita da questi enti ammonta a 1,3 miliardi di euro, su un totale di circa 15 miliardi di euro.

Le decisioni da prendere in materia di federalismo fiscale si inseriscono in un contesto complesso di finanza pubblica, in cui è fondamentale dare un forte impulso alla crescita attraverso l’attuazione del PNRR. Tra le riforme abilitanti previste, vi è la realizzazione di un sistema di finanziamento autonomo degli enti territoriali, che si interseca con la “delega fiscale”.

L’insieme degli impegni assunti pone agli enti territoriali una sfida programmatoria, con conseguenze organizzative, richiedendo una maggiore capacità di realizzazione degli investimenti rispetto al passato.

>> CONSULTA LA DELIBERA 9/2024 DELLA CORTE DEI CONTI.

 

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento