di FRANCESCO CERISANO (19/06/2024)
La novità, molto attesa dagli enti, è contenuta in un emendamento al dl Coesione
Niente paletti per le entrate vincolate da legge
Meno vincoli sulla cassa dei comuni, per facilitare i pagamenti alle imprese impegnate nel Pnrr e ai creditori. I vincoli di cassa, gli ultimi rimasti in vigore nel comparto pubblico, scompariranno per tutte le entrate comunali vincolate da legge, mentre saranno confermati per le entrate vincolate da trasferimenti, mutui e finanziamenti. La semplificazione, molto attesa dai sindaci, è finalmente realtà dopo l’approvazione, da parte della commissione bilancio di palazzo Madama, di un emendamento al decreto legge Coesione (dl n.60/2024) a firma del senatore di Forza Italia Claudio Lotito. L’eliminazione dei vincoli di cassa sarebbe dovuta arrivare qualche mese fa (si veda ItaliaOggi del 16 marzo) con un emendamento al decreto legge Pnrr quater (dl n.19/2024) che tuttavia non fu approvato perché presentava qualche criticità in ordine all’applicazione al rendiconto 2023. Il testo approvato ieri, invece, disponendo solo per il futuro supera questi rilievi assicurando, come ha osservato Sandra Savino, sottosegretario al Mef con delega alla finanza degli enti locali, una risposta “necessaria e tempestiva agli oneri gestionali imposti dalla delibera n. 17/2023 della Sezione Autonomie della Corte dei conti, riguardante la gestione delle entrate vincolate da parte degli enti locali”. La delibera n.17/2023 della Corte dei conti Come si ricorderà, la delibera n.17/2023 della sezione autonomie della Corte conti ha notevolmente ampliato l’estensione della cassa vincolata, di fatto parificandola a quella dei vincoli di competenza. Di qui l’obbligo di gestire come vincolati gli incassi relativi, ad esempio, ai proventi delle sanzioni derivanti dal codice della strada, dei parcheggi e del rilascio dei titoli abilitativi in edilizia. Una presa di posizione stigmatizzata dagli operatori per due ordine di fattori: l’irrigidimento gestionale e l’irrazionalità di un meccanismo che mal si concilia con l’attuale struttura della contabilità. Il Mef ha condiviso i rilievi dei comuni e ha lavorato in questi mesi d’accordo con la commissione Arconet e con il parlamento per trovare una soluzione. “La delibera della Corte dei conti richiede agli enti locali di tracciare in maniera dettagliata l’utilizzo delle entrate vincolate, creando un carico gestionale particolarmente oneroso, soprattutto per i comuni di piccole dimensioni situati in aree interne svantaggiate e per gli enti del Mezzogiorno con una capacità amministrativa ridotta”, ha spiegato Savino. “Tali requisiti, pur motivati dalla necessità di assicurare un uso corretto dei fondi vincolati, rischiano di compromettere seriamente la liquidità di questi enti, aggravando il ricorso all’anticipazione di tesoreria e riducendo la loro capacità di adempiere tempestivamente ai pagamenti”. Ma d’ora in avanti le cose dovrebbbero cambiare perché, ha assicurato il Mef, eliminando il vincolo di cassa per le entrate vincolate da legge e mantenendolo solo per i trasferimenti e i mutui, si faciliterà la gestione delle finanze locali, consentendo agli enti territoriali di ridurrei ritardi nei pagamenti e di rispettare con maggiore facilità le disposizioni del Tuel. “È un passo avanti decisivo per il miglioramento della capacità amministrativa e per il successo degli interventi previsti dal Pnrr, in linea con le raccomandazioni della Commissione Europea”, ha concluso il sottosegretario. L’emendamento Nell’emendamento si legge che “al fine di semplificare la gestione della liquidità degli enti locali, anche in considerazione delle esigenze di normalizzazione dei tempi di pagamento dei debiti commerciali” all’articolo 180, comma 3, lettera d) e all’articolo 185, comma 2, lettera i) del Tuel saranno eliminati i riferimenti ai vincoli di destinazione stabiliti o derivanti da legge. L’articolo 187, comma 3-ter, del Testo unico enti locali viene modificato nel senso che “il regime vincolistico di competenza si estende alla cassa solo relativamente alle entrate di cui alle lettere b) e c)”, ossia le entrate derivanti da mutui contratti per il finanziamento di investimenti determinati e quelle derivanti da trasferimenti erogati a favore dell’ente per una specifica destinazione.
In collaborazione con Mimesi s.r.l. – Articolo integrale pubblicato su Italiaoggi del 19 giugno 2024
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