Manovra, ecco il timing: domani i dati sulle entrate, poi il piano di bilancio

4 Settembre 2024
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di GIANNI TROVATI
Conti pubblici
In arrivo il quadro sugli incassi. Possibile ritocco alla crescita per il 2025
Con l’aggiornamento delle entrate tributarie, parte domani la definizione concreta del piano di bilancio, pronto attorno al 10 settembre. I dati sull’autoliquidazione daranno il quadro aggiornato degli incassi fiscali. Possibile che il Governo ritocchi al rialzo la crescita prevista per il 2025.
Comincerà a chiudersi definitivamente da domani la lunga fase estiva delle fantasie intorno alla manovra, per cedere il passo ai numeri veri su cui il Governo dovrà ultimare il Piano strutturale di bilancio, cioè il nuovo programma di finanza pubblica secondo le regole del “Patto” di stabilità riformato, e fissare i binari su cui far correre, si fa per dire, la prossima legge di bilancio. Una serie di cifre cruciali è attesa appunto domani con l’aggiornamento delle entrate tributarie, che questa volta comprenderanno il gettito dell’autoliquidazione delle partite Iva. Fin qui gli incassi hanno dato più di una soddisfazione al ministero dell’Economia, con il loro aumento del 4,1% (10,2 miliardi) maturato nei primi sei mesi dell’anno che hanno quindi seguito un ritmo di crescita quasi doppio rispetto a quello previsto su base annua dal Def di aprile. Ma sul punto il ministro dell’Economia Giorgetti e i suoi collaboratori hanno fin qui sparso prudenzaa piene mani. Per un doppio ordine di ragioni: politiche, perché nel dibattito italiano la traduzione di «aumento delle entrate» con «tesoretto» da spendereè quasi automatica e alimenta gli appetiti già robusti dei partiti; e tecniche, perché le entrate sono solo una delle variabili, per quanto fondamentale, che definiscono i saldi, e soprattutto il loro incremento registrato fin qui aiuta i conti di quest’anno ma non si ribalta automaticamente su quelli del prossimo, essenziali per la manovra. Per definire quest’ultimo aspetto bisogna separare la componente congiunturale delle entrate, come larga parte del +296% fatto registrare dalle sostitutive delle banche per l’allargamento dei margini di interesse, da quella strutturale, generata in particolare dall’ampliamento costante dell’occupazione, che può essere quindi messa in conto anche sui prossimi anni.
Le calcolatrici saranno comunque all’opera in questi giorni, in vista dell’appuntamento con l’esame del Piano strutturale di bilancio previsto intorno al 10 settembre in consiglio dei ministri, per dar tempo al Parlamento di svolgere il solito ciclo di audizioni (quello che fino al 2023 accompagnava la NaDef, ora assorbita dal nuovo documento) e pronunciarsi sul programma da inviarea Bruxelles entro il 20 settembre. Nel Piano il Governo svelerà le carte anche sull’altra gamba che regge il bilancio pubblico, quella degli obiettivi di Pil che il Def di aprile ha evitato di affrontare proprio in vista delle nuove regole. La crescita acquisita (+0,6% a giugno) è in linea con il target del +1% fissato dal Governo, ma anche qui il punto cruciale riguarda il futuro. Il Governo potrebbe ritoccare al rialzo il +1,2% previsto dal tendenziale 2025, anche per l’effetto espansivo attribuibile alla replica dei 15 miliardi di decontribuzione e Irpef a tre aliquote che insieme agli sconti ulteriori per le lavoratrici madri saranno il cuore della manovra, mentre torna in scena anche il dibattito sulla detassazione degli straordinari, appeso come il resto all’esigenza di coperture. In ogni caso la priorità governativa di sostenerei redditi ha trovato una conferma ulteriore nei dati Eurostat, che mostrano come nel 2023 il reddito reale delle famiglie, falcidiato dall’inflazione, sia diminuito ancora, con l’Italia che mantiene le posizioni di codaa livello continentale subito prima della Grecia,e si ferma ancora sei punti sotto i livelli 2008.
L’inflazione ora in netta frenata pone però qualche problema in più ai saldi di finanza pubblica, che si calcolano sul Pil nominale: e giusto lunedì l’Istat ha sottolineato che nel secondo trimestre 2024 il Pil a prezzi correnti «è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e il corrispondente deflatore dello 0,6%». Nei prossimi giorni tutta l’architettura macro assumerà l’assetto definitivo da comunicare a Bruxelles entro il 20 settembre, poi ci saranno poco più di tre settimane peri dettagli da indicare nel Documento programmatico di Bilancio, atteso come sempre dalla Commissione Ue entro il 15 ottobre: pochi giorni prima della data di arrivo della legge di bilancio in consiglio dei ministri.

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