Affidamenti diretti e protratti nel tempo verso lo stesso fornitore: non necessariamente conducono al danno erariale

A fronte di ripetuti affidamenti diretti effettuati a trattativa privata, tutti di importo inferiore al limite di 20.000 euro, ma complessivamente superiori al citato limite, avevano portato la Procura contabile a considerare quale danno erariale il pagamento di tali spese, in quanto effettuate in violazione delle previsioni legislative e regolamentari comunali, in tema di appalti pubblici e di concessione di contributi pubblici, ossia in assenza di una procedura ad evidenza pubblica di selezione del fornitore e nella totale omissione della benché minima indagine di mercato, per la verifica della convenienza economica delle condizioni praticate dal fornitore prescelto. Tale impostazione, tuttavia, non è stata ritenuta idonea dal parte del Collegio contabile, al fine di definire il danno erariale prodotto: Tali sono le conclusioni della Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la Regione Molise, contenute nella sentenza 27/03/2017 n.17, qui di seguito commentata.

Il fatto

L’amministrazione comunale procedeva, in diversi anni, ad affidare in via diretta ad una sola emittente televisiva, per attività di comunicazione e di trasmissione in diretta di alcuni particolari eventi culturali svolti in diverse occasioni e ricorrenze, trattandosi a detta del responsabile di una emittente a maggior diffusione televisiva della regione. I pagamenti disposto alla citata emittente, pur se singolarmente non superiori all’importo unitario del valore previsto dalla legislazione, nella loro sommatoria negli anni si giungeva ad un importo cumulato superiore al limite previsto per l’affidamento diretto.

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