Il decreto costituisce la più ampia e organica riforma, di contabilità degli enti territoriali mai realizzata in Italia, diretta a garantire la qualità e l’efficacia del monitoraggio e del consolidamento dei conti pubblici ed a superare l’incapacità del vigente sistema contabile di dare rappresentazione ai reali fatti economici (ad esempio misurare i debiti commerciali). Il provvedimento in coerenza con le disposizioni previste dalla legge costituzionale n. 1 del 2012, recentemente entrata in vigore e che impone una omogeneità in materia di bilanci pubblici, pertanto promuove:
- l’individuazione di regole contabili uniformi e di un comune piano dei conti integrato;
- la definizione di una tassonomia per la riclassificazione dei dati contabili e di bilancio per le amministrazioni pubbliche tenute al regime di contabilità civilistica;
- l’adozione di comuni schemi di bilancio articolati in missioni e programmi coerenti con la classificazione economica e funzionale individuata dagli appositi regolamenti comunitari in materia di contabilità nazionale e relativi conti satellite;
- l’affiancamento, ai fini conoscitivi, al sistema di contabilità finanziaria, di un sistema e di schemi di contabilità economico-patrimoniale;
- la definizione di un sistema di indicatori di risultato semplici, misurabili e riferiti ai programmi del bilancio, costruiti secondo criteri e metodologie comuni alle diverse amministrazioni.
Lo schema di decreto legislativo verrà trasmesso alla Conferenza unificata e successivamente alle Commissioni parlamentari (di merito e per il federalismo fiscale) per i pareri prescritti.
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