COSTO ZERO – La riforma – spiega una fonte di governo – sarà a costo zero: all’adeguamento dei valori base dovrà corrispondere una riduzione delle aliquote. La novità principale sarà costituita dalla sparizione dei vani sostituiti dai più moderni metri quadri e del peso maggiore attribuito alla posizione dell’immobile rispetto alla sua età.
LA RIFORMA – Il nuovo provvedimento potrebbe arrivare velocemente, per consentire una reale applicazione prima della fine della legislatura. L’ultimo tentativo di riforma, avviato nel 2006 dal governo Prodi con un «collegato» alla legge Finanziaria, finì nel dimenticatoio proprio per l’arrivo anticipato della fine della legislatura. A tracciarne le basi del nuovo catasto è un documento elaborato dal ministero dell’Economia che fissa i cinque criteri che saranno utilizzati. «Il disegno di riforma – spiega il ministero dell’Economia – è imperniato sui seguenti elementi: 1) La costituzione di un sistema catastale che contempli assieme alla rendita (ovvero il reddito medio al netto delle spese di manutenzione e gestione del bene), il valore patrimoniale del bene, al fine di assicurare una base imponibile adeguata da utilizzare per le diverse tipologie di tassazione; 2) la rideterminazione della classificazione dei beni immobiliari; 3) il superamento del sistema vigente per categorie e classi in relazione agli immobili ordinari, attraverso un sistema di funzioni statistiche che correlino il valore del bene o il reddito dello stesso alla localizzazione e alle caratteristiche edilizie; 4) il superamento, per abitazioni e uffici, del «vano» come unità di misura della consistenza a fini fiscali, sostituendolo con la «superficie» espressa in metri quadrati; 5) la riqualificazione dei metodi di stima diretta per gli «immobili speciali».
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