A grandi linee dovrebbero essere questi i pilastri della riforma del prelievo sul mattone contenuta nella bozza del disegno di legge di stabilità che è atteso oggi in Consiglio dei ministri. Un blocco di norme che, al di là delle smentite di Palazzo Chigi e dell’Economia, dovrebbe resistere al lavoro di “taglia e cuci” del testo in cui si stanno cimentando i tecnici del governo. Anche se dal ministero dell’Ambiente danno la partita tutt’altro che chiusa perché negli articolati circolati ieri non veniva recepita la Tarip (cioè la «tariffa puntuale» calcolata sulla quantità di rifiuti prodotti) come punto d’arrivo della Tari.
A ogni modo, dal 2014 al posto della Tares dovrebbe comparire il Trise. Con le sue due componenti citate: la Tari che servirà a coprire i costi del servizio di raccolta dei rifiuti e la Tasi che garantirà il rimborso dei servizi indivisibili offerti dai municipi. L’aliquota di partenza della Tasi non dovrebbe più essere fissata al 3 per mille oppure a 30 centesimi a metro quadro, bensì all’1 per mille o a 1 euro a metro quadro. Saranno i Comuni a decidere quale dei due sistemi applicare. Fermo restando che il tetto massimo dell’imposizione non potrà superare l’aliquota massima dell’Imu più la predetta maggiorazione. Ciò significa che la somma della “vecchia” imposta municipale e della “nuova tassa” sui servizi potrebbe arrivare al 7 per mille sulla prima casa e all’11,6 per mille sugli altri immobili.
Il legame tra Imu e Tasi non si ferma qui visto che la prima costituirà la base imponibile della seconda. Seppure in una versione riveduta e corretta. La legge di stabilità punterebbe infatti a istituzionalizzare la cancellazione del prelievo sull’abitazione principale. Andando incontro, dunque, alle richieste del Pdl che ha già ottenuto l’eliminazione dell’acconto di giugno per il 2013 e nei prossimi giorni potrebbe incassare anche lo stop al saldo. Se venisse confermata la formulazione contenuta nella bozza di ieri del Ddl, l’Imu sulla prima casa la pagherebbero solo i proprietari di un immobile di pregio appartenente alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. Con una stretta ulteriore rispetto al sistema odierno visto che la detrazione per ogni nucleo familiare potrebbe essere limitata a 200 euro al posti dei 600 per chi ha 4 figli.
Il restyling dell’Imu nella stabilità dovrebbe esaurirsi qui. Nonostante sia presente nel testo la deducibilità al 50% del prelievo sui capannoni dall’Irpef e dall’Ires ma non dall’Irap potrebbe slittare a un successivo provvedimento. Così come il ritorno dell’imposta sui redditi per le case non locate che servirebbe a coprirla.
Tornando per un attimo alla Tasi va sottolineato che a versarla non saranno solo i proprietari ma anche gli inquilini in una misura tra il 10 e il 30 per cento dell’imposta. Una ripartizione che non sussisterà invece per la Tari. A versare la neonata tariffa sui rifiuti, che sarà commisurata ad anno solare e parametrata sulla superficie degli immobili, sarà solo chi occupa l’immobile. Tasi e Tari tornano a unirsi invece al momento del versamento poiché è il Trise nel suo complesso che andrà pagato in quattro rate trimestrali con scadenza 16 gennaio, 16 aprile, 16 luglio e 16 dicembre
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