PER GLI ENTI PRE-ASSEGNAZIONI DEL 10%
Dieci miliardi fino al 2027 per fronteggiare l’aumento del costo dei materiali. Gli enti locali, attuatori di progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dal Piano nazionale per gli investimenti complementari, potranno ricevere in aggiunta alla risorse riconosciute assegnate, la pre-assegnazione di un contributo pari al 10% dell’importo dell’opera da realizzare. Il disegno di legge di bilancio 2023 viene incontro alle richieste dei comuni (ribadite all’assemblea Anci di Bergamo dal presidente Antonio Decaro) e incrementa il Fondo per l’avvio delle opere indifferibili (istituito dal dl 50/2022) stanziando subito per l’anno prossimo 500 milioni di euro, destinati a diventare 1.000 nel 2024, 2.000 nel 2025, 3.000 nel 2026 e 3.500 nel 2027. Come funziona il contributo L’elenco degli enti locali potenzialmente beneficiari della pre-assegnazione sarà aggiornato due volte: entro il 10 gennaio e entro il 10 giugno 2023. Entro tali date le amministrazioni statali finanziatrici dovranno individuare, sulla base dei dati presenti sui sistemi informativi, l’elenco degli enti, completo dei Codici unici di progetto (Cup). L’elenco verrà così pubblicato sul sito internet delle amministrazioni statali finanziatrici ed entro 20 giorni gli enti locali dovranno accedere all’apposita piattaforma informatica già in uso presso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato al fine di confermare la pre-assegnazione. La mancata conferma equivarràa rinuncia alla pre-assegnazione. Entro il 15 febbraio 2023 e il 15 luglio 2023, con decreto della Ragioneria generale dello stato sarà approvato l’elenco degli interventi per i quali sia stata riscontrata, attraverso i sistemi informativi della Rgs, la conferma di accettazione della pre-assegnazione. Tale decreto costituirà titolo per l’accertamento delle risorse a bilancio. Le regioni, entro il 31 gennaio e il 30 giugno 2023, dovranno procedere all’aggiornamento dei prezzari regionali. In caso di inadempienza, i prezzari saranno aggiornati, entro i successivi quindici giorni, dalle competenti articolazioni territoriali del Ministero delle infrastrutturee dei trasporti, sentite le regioni interessate. Per fronteggiare i maggiori costi derivanti dall’aggiornamento dei prezzari, le stazioni appaltanti dovranno procedere alla rimodulazione delle “somme a disposizione” indicate nel quadro economico degli interventi. L’accesso al Fondo sarà consentito esclusivamente per far fronte al maggior fabbisogno derivante dall’applicazione dei prezzari aggiornati relativamente alla voce “lavori” del quadro economico dell’intervento.
* Articolo integrale pubblicato su Italiaoggi del 29 novembre 2022.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento