Non è portando via i fondi dagli enti locali alla tesoreria unica, avverte, “che si esce dalla crisi”. E’ di oggi inoltre la notizia diffusa dall’Anci dell’invio di telegrammi a tutti i sindaci per proporre un’azione legale in sede civile, rilanciando uno schema di delibera già adottata dal Comune di Venezia per un ricorso formalizzato questa mattina presso il tribunale della città e che nei fatti blocca il trasferimento in attesa di un pronunciamento del giudice. Meccanismo molto simile a quello messo a punto dal governatore del Veneto Zaia, che ha ieri diffidato il proprio tesoriere, Unicredit Banca, a trasferire le risorse della Regione alla tesoreria unica nazionale. “Giù le mani dai nostri soldi – ha detto il governatore, che ha anche promosso un ricorso al Tar contro il decreto Liberalizzazioni – noi li abbiamo portati in banca e se questa li deve mandare a qualcuno deve darli a noi e non al governo, cioé allo Stato”.
Dalla tesoreria unica prende le distanze anche il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, che oggi da Palazzo Chigi, al termine di un confronto con il premier Mario Monti, ha detto che la norma “va ridiscussa e cambiata”, ma soprattutto che “bisogna trovare un altro modo per affrontare il problema, e bisogna che lo si faccia tutti insieme”. E in giornata ha espresso la sua “forte perplessità” anche il presidente della regione Umbria Catiuscia Marini. Tranchant il presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, per il quale il provvedimento “va cancellato perché incostituzionale e lede l’autonomia di Regioni, Province e Comuni”. E, rispondendo indirettamente al governo, chiarisce che non servono piccole modifiche se non si vogliono provocare “effetti devastanti, non solo sulle amministrazioni locali, ma su tutti i sistemi economici dei territori, commissariando nei fatti Regioni, Province e Comuni”.
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