Dubbi su sperimentazione e consolidato. E il Pnrr incombe
L’articolo 10 del dl 113/2024 (cosiddetto decreto legge Omnibus) ha definito i passaggi del percorso di riforma Accrual.
Con determina 27/06/24, la Ragioneria generale dello Stato ha approvato i 18 Itas (gli standard contabili italiani) ed aggiornato il piano dei conti multidimensionale mentre restano da completare le Linee Guida che costituiscono un’esemplificazione operativa di quanto previsto dai rispettivi Itas. È in corso il restyling degli schemi di bilancio e degli Itas per garantire una coerenza tra loro, stantei diversi tempi di approvazione. In particolare, l’approvazione last minute dell’Itas 9 (Ricavi e proventi) e dell’Itas 8 (Costi e oneri) implica un approfondimento sulla contabilizzazione dei contributi con particolare riferimento a quelli a rendicontazione.
Per quanto riguarda la correlazione tra il nuovo piano dei conti e quello Arconet, si ritiene che verranno fornite le dovute indicazioni nei decreti, da adottarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del dl 113/2024. Si individuano già alcuni profili di criticità dovuti al diverso grado di analiticità dei due piani dei conti. Tuttavia, le decisioni più importanti che dovranno essere prese, non riguardano le modalità di raccordo tra gli schemi di bilancio attualmente in vigore con quelli Accrual ma la tipologia delle rettifiche e delle integrazioni che gli enti locali dovranno effettuare nel conto economicoe nello stato patrimoniale 2025, necessarie per l’applicazione dei criteri di valorizzazionee di rilevazione contabile stabiliti dal quadro concettuale e dagli Itas. In sostanza è stato delineato un percorso di adeguamento “soft” per gli enti territoriali a partire dall’esclusione dei comuni con popolazione residente inferiore a cinquemila abitanti al 1° gennaio 2024.
Per tutti gli altri con riferimento al 2025 gli schemi Accrual si affiancheranno con finalità sperimentale a quelli prodotti, per lo stesso esercizio, in applicazione delle disposizioni vigenti ex dlgs n. 118/2011. In definitiva dal 1/1/2025 gli enti territoriali non dovranno modificare il loro sistema informativoe potranno procedere come sempre ad utilizzare la matrice di correlazione di Arconet (il cui utilizzo è comunque facoltativo) e seguire le indicazioni del principio contabile 4/3. Solo in sede di rendiconto 2025 procederanno alla riclassificazione e all’integrazione per produrre uno stato patrimoniale ed un conto economico conformi ai dettami degli Itas. Con ogni probabilità il sistema informativo-contabile dovrà essere adeguato non prima del 2026; in ogni caso il comma 8 dell’articolo 10 prevede che sulla base dei requisiti generali individuati con decreto ministeriale da adottarsi entro il 31 marzo 2025, gli enti dovranno provvedere alla realizzazione di una analisi degli interventi di adeguamento dei propri sistemi informativi per il recepimento degli standard contabili di cui alla Milestone M1C1- 108. Solo allora sarà possibile immaginare un sistema economico-patrimoniale interamente slegato dalla contabilità finanziaria che manderà in soffitta definitivamente la matrice di correlazione. Restano alcuni nodi da sciogliere in parte di carattere operativo ed in parte di sistema. In primis ai fini della “sperimentazione generale” del 2025 è necessario che gli enti siano messi nelle condizioni di conoscere il prima possibile la tipologia di integrazioni da effettuare.
Alcune di esse, in base ai criteri di valutazione degli Itas, potrebbero non essere di banale effettuazione (ad esempio la quantificazione del valore d’uso per le attività del patrimonio culturale) e pertanto occorre prevedere un congruo tempo di analisi. In secondo luogo, visto che l’Itas 12 disciplina il bilancio consolidato il cui schema è previsto dall’Itas 1, non è chiaro se nella sperimentazione per il 2025 sia coinvolto anche il bilancio consolidatoe pertanto gli enti dovranno procedere anche alla “duplicazione” con finalità informative anche del conto economico e dello stato patrimoniale consolidato tenuto conto che l’ipotesi di avere due perimetri di consolidamento diversi non è del tutto scongiurata.
In ultimo resta il tema della visione di sistema. Ad oggi appare ancora un percorso in salita finalizzato a rispettare i tempi del Pnrr. In realtà l’importanza dell’adozione di un sistema di contabilità a competenza economica, generale (e anche analitica), con la previsione di un’informazione adeguata per i cittadini che sia anche strumento per la programmazione delle risorse pubbliche è un tema rilevante e non più procrastinabile. Senza l’abbandono delle finalità informative è difficile immaginare che la cultura “accrual” possa davvero diffondersi nell’ambito della p.a. locale. Il percorso del dlgs 118/2011 è stato determinante nella definizione di regole contabili che hanno fatto emergere con trasparenze le situazioni di disequilibrio e hanno introdotto nell’ambito della contabilità finanziaria degli istituti tipici della contabilità economico-patrimoniale (ad esempio i fondi accantonamento).
Il sistema, tuttavia, non potrà starea lungoa metà del guado. È necessario un coraggioso percorso di riforma che tenga conto del rinnovato contesto in cui operano gli enti territoriali anche alla luce delle nuove regole di governance europea e delle riforme che parallelamente vengono portate avanti: lep, autonomia differenziata e riforma tuel. Tutte queste tematiche saranno affrontate il 10 ottobre a Roma nell’evento dal titolo: “Il ruolo dei revisori nelle nuove sfide per gli enti locali: tra Accrual, nuova governance europea e riforma del Tuel”, in collaborazione con Odcec di Roma.
Contabilità Accrual, si parte
MARCO CASTELLANI – Il dl Omnibus ha definito i passaggi della riforma. Se ne parlerà il 10 ottobre a Roma
Italiaoggi
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