“La manovra di bilancio migliora le regole finanziarie e sostiene gli investimenti, come dimostrano lo sblocco degli avanzi di bilancio e la conferma dell’accordo politico concluso con il governo per dare continuità al bando periferie, una nostra battaglia. Tuttavia espone a forti rischi gli equilibri di parte corrente: né riorganizza la fiscalità comunale, come chiediamo da tempo, né dà garanzie sugli effetti che la pace fiscale può provocare sui nostri bilanci. Ora ci aspettiamo correttivi importanti in linea con le nostre richieste”. Lo ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante i lavori del Comitato direttivo Anci svoltosi a Roma, subito prima della riunione della Stato Città da cui i sindaci si aspettano importanti aperture sulle risorse per gli enti locali non ancora nel testo della legge. Durante i lavori del direttivo si sono affrontati anche i temi del decreto Sicurezza e immigrazione.
In apertura della sua relazione, Decaro ha spiegato che l’abbandono del vincolo relativo al saldo di competenza e lo svincolo degli avanzi di bilancio, previsti nella legge di bilancio, sono stati “ottenuti grazie all’azione dell’Anci”. Restano comunque alcuni punti da limare per allargare l’impatto dello sblocco. Da un lato servono correzioni per aiutare i Comuni in disavanzo tecnico poco beneficiati dallo sblocco degli avanzi (sono 800 tra cui Torino e Milano); inoltre vanno assegnati ai Comuni 250 milioni dei tre miliardi per investimenti previsti per il 2019, ponendo anche un vincolo di destinazione al 50% per i Comuni delle risorse date dalle Regioni. “I sindaci sono individuati come responsabili di innumerevoli aspetti di governo che incidono sulla vita dei cittadini, dalle infrastrutture alla loro manutenzione, dai servizi alla contrasto delle emergenze – ha rivendicato Decaro – senza essere titolari direttamente dei relativi finanziamenti ma sempre costretti a chiederne e a sollecitarne il trasferimento. Ai compiti e alle responsabilità devono corrispondere risorse e poteri”.
Sul fronte delle entrate, Decaro ha indicato alcune questioni ancora aperte, che vanno risolte per mettere in sicurezza i bilanci comunali. “Manca il ripristino dei 300 milioni compensativi del passaggio dall’Imu alla Tasi, per difendere i quali i Comuni sono pronti ad ogni azione necessaria. Inspiegabilmente non troviamo neppure le risorse del taglio disposto per gli enti territoriali nel 2014 e che è scaduto nel 2018: si tratta di altri 560 milioni di euro per i Comuni”.
Riguardo alla pace fiscale il presidente dell’Anci ha spiegato così il punto di vista dei sindaci: “Siamo d’accordo con la rottamazione delle cartelle sotto i mille euro. Ma per evitare che la pace con i cittadini si trasformi in guerra con i sindaci, è necessario o il ristoro delle somme condonate o la possibilità di spalmare il buco che si creerebbe in bilancio nei prossimi trent’anni”.
Infine, il presidente Anci si è soffermato sul decreto Sicurezza. “Accogliamo con favore alcune importanti modifiche: il rafforzamento degli strumenti a disposizione della polizia locale e che in tutti i capoluoghi avrà accesso al Ced interforze per la consultazione dei dati relativi ai carichi pendenti e segnalazioni delle persone fisiche. Il daspo urbano si estende ai presidi sanitari e alle aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati e pubblici spettacoli, luoghi che possono essere individuati dai regolamenti di polizia urbana ai fini dell’applicazione dei provvedimenti di allontanamento e di divieto di accesso. Anche la durata del daspo disposto dal questore si raddoppia da sei mesi a un anno. Ed è stato introdotto l’arresto, quindi la sanzione penale che chiedevamo da tempo, per soggetti incapienti come parcheggiatori abusivi e piccoli spacciatori, che contravvengano al divieto”.
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