di Enzo Cuzzola
Discrasie fra i saldi di cassa di fine esercizio precedente e nuovo esercizio rendono inattendibili i dati, con evidenti riflessi anche sulla contabilizzazione del risultato di amministrazione e sugli equilibri di bilancio: è quanto evidenziato dalla Corte dei conti, sez. reg. di contr. Sardegna, nella delib. n. 14/2025/PRSE, depositata il 20 gennaio 2025.
Secondo i giudici, l’erronea rappresentazione del fondo di cassa influisce negativamente anche sulla parte disponibile (lett. E) del risultato di amministrazione, con evidente refluenza sul suo impiego in termini di spesa di esercizio (per l’utilizzo dell’avanzo libero v. art. 187, comma 2, TUEL) che potrebbe risultare sprovvista di adeguata copertura finanziaria.
Il rilevato aspetto potrebbe, quindi, costituire una minaccia per gli equilibri di bilancio per l’anno di riferimento e per gli esercizi futuri; laddove, comunque, le irregolarità riscontrate non siano tali da arrecare pericolo agli equilibri economico-finanziari, l’ente ha comunque il dovere di rimuoverle, in quanto suscettibili di inficiare il corretto utilizzo delle risorse pubbliche e l’attendibilità delle rilevazioni contabili.
Inoltre, non è da trascurare che, poiché ogni ente appartenente al perimetro della c.d. “finanza pubblica allargata” è tenuto al rispetto dei vincoli e obiettivi di finanza pubblica, la correttezza e attendibilità nella gestione contabile sono indispensabili al fine di consentire la più agevole aggregazione e comparazione dei dati finanziari a livello macroeconomico.
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