DURC: rottamazione non sufficiente

27 Febbraio 2017
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Con comunicato del 24/02/2017 i Consulenti del lavoro rendono noto che l’Istituto di previdenza risponde negativamente ai Consulenti del Lavoro sulla possibilità di utilizzare l’istanza di adesione come impegno per lo sblocco del Durc.

L’Inps risponde alla nota inviata dai Consulenti del lavoro riprendendo i vantaggi sia della rottamazione sia della dilazione:

Ottenuta la rateizzazione del debito da parte della società di riscossione, si può pagare la prima rata per poi sospendere i versamenti e chiedere la rottamazione, usufruendo così dell’abbattimento delle sanzioni e dello sblocco del documento unico di regolarità contributiva, precluso nella procedura ordinaria fino al primo versamento.

L’Istituto di previdenza, infatti, risponde picche ai Consulenti del lavoro sulla possibilità di utilizzare l’istanza di adesione come impegno per lo sblocco del Durc.

L’adesione vale per l’Inps come dichiarazione d’intenti e «nelle more della definizione del procedimento agevolato, pertanto, la complessiva esposizione debitoria del contribuente continua a permanere e impedisce conseguentemente che sia attestata la regolarità contributiva». Quindi, se si dovesse scegliere la strada della rottamazione per sanare pendenze con l’Inps si dovrebbe attendere comunque la prima data utile per il versamento della rata e cioè luglio.

Sul punto del doppio passaggio, prima rateazione e poi rottamazione, l’Istituto risponde che il via libera non compete a loro, ma alla società di riscossione. Infine su cosa rientra nell’ambito delle voci rottamabili l’Inps chiarisce che le sanzioni sull’omissione e l’evasione dei contributi rientrano e dunque non sono dovute, mentre si dovranno conteggiare i contributi e gli interessi di mora superato il tetto delle sanzioni.

Per il vicepresidente del Consiglio Nazionale, Vincenzo Silvestri: «È positiva l’ufficializzazione da parte dell’ Inps, grazie alla sollecitazione dei Consulenti del lavoro, della vicenda Durc. Restiamo perplessi però perché basta mettere in coerenza le due normative. Riteniamo poi che gli altri chiarimenti siano positivi, in particolare sapere che il sistema sanzionatorio collegato al debito previdenziale è rottamabile è una buona notizia».

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