di MATTEO BARBERO (29/03/2024)
L’Anci chiede il rispetto dei tempi. Bene la norma del dl Pnrr
Comuni strozzati dai ritardati pagamenti
I comuni sono strozzati dai ritardati pagamenti dei contributi. L’allarme arriva dall’Anci, che giudica favorevolmente il dimezzamento dei tempi di erogazione previsto dal recente decreto Pnrr quater, ma chiede che vengano introdotti strumenti coercitivi per imporne il rispetto. L’art. 40 del dl 19/2024 ha accorciato da 60 a 30 giorni il termine previsto dall’art. 44, del dl 66/2024 entro il quale le pubbliche amministrazioni devono erogare i trasferimenti ad altre pubbliche amministrazioni. Il conto alla rovescia scatta dalla definizione delle condizioni per l’erogazione ovvero dalla comunicazione al beneficiario della spettanza dell’erogazione stessa. Per i trasferimenti per i quali le condizioni per la erogazione sono stabilite a regime, il termine decorre dalla definizione dei provvedimenti autorizzativi necessari per lo svolgimento dell’attività ordinaria.
La novella cerca di porre rimedio ad un male endemico: fra fatture e trasferimenti si tende a pagare per prime le fatture, perché per queste i ritardi causano difficoltà agli enti (che potrebbero trovarsi ad accantonare il fondo garanzia debiti commerciali) e ai dirigenti (che rischiano un taglio del 30% del salario accessorio). Spesso i contributi, invece, sono pagati con molta più calma, anche se questo ovviamente scarica a valle problemi di liquidità che si traducono poi in ritardati pagamenti (anche di fatture). Come sottolinea Anci, sono numerosi i comuni impossibilitati a pagare fatture di importi elevati relative ad opere pubbliche o investimenti per via dei ritardi dei trasferimenti da parte delle amministrazioni sovraordinate. La novità è salutata con favore dai sindaci, che però la considerano come un primo passo, necessario, ma non sufficiente per ridurre i tempi dei trasferimenti che, se non presidiati da meccanismi di monitoraggio o contenuti attraverso misure di garanzia o sanzioni, rischiano di permanere come uno dei principali ostacoli al pagamento dei debiti commerciali dei comuni nei termini di legge.
L’Associazione guidata da Antonio Decaro, inoltre, pone nuovamente all’attenzione del legislatore una distorsione applicativa delle norme in materia di cessione del credito e, segnatamente, delle disposizioni sul risarcimento del danno, quantificato nell’importo forfettario di 40 euro, nel caso dei contratti di somministrazione per la fornitura di energia. Per tali forniture l’ente riceve moltissime fatture che non rappresentano la richiesta di pagamento del servizio reso nel periodo di somministrazione, ma che sono,a tutti gli effetti, documenti di servizio emessi dal fornitore (importi infinitesimali, saldi, conguagli, arrotondamenti o storni di importi erroneamente addebitati) per ciascuno dei quali il cessionario pretende il pagamento dei 40 euro con conseguente marcata crescita del contenzioso. La richiesta dell’Anci è di consentire la cessione del credito a terzi dopo 30 giorni di inazione della PA, è quella di prevedere espressamente che nei contratti di somministrazione sia riconosciuto un unico importo forfettario per ciascun periodo di somministrazione per il quale si sia registrato ritardo nei pagamenti.
* In collaborazione con Mimesi s.r.l. – Articolo integrale pubblicato su Italiaoggi del 29 marzo 2024
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento