Enti in riequilibrio, staff interni

ItaliaOggi
19 Ottobre 2021
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di Lugi Olivieri

Il ddl di riforma del Tuel estende la disciplina prevista per i comuni dissestati o deficitari
Vietato assumere collaboratori negli uffici di supporto
Niente collaboratori esterni negli staff di sindaci e presidenti di provincia se gli enti sono in riequilibrio finanziario pluriennale. Il disegno di legge di riforma del Testo unico sugli enti locali (che accanto a una delega legislativa da realizzare in nove mesi contiene anche norme immediatamente precettive, si veda ItaliaOggi del 16 ottobre) opera una stretta sulla possibilità di assumere a tempo determinato collaboratori esterni per la costituzione degli u ffici di supporto agli organi di direzione politica, estendendo il divieto finora previsto dall’articolo 64 del Testo unico per i soli enti dissestati o strutturalmente deficitari anche agli enti in riequilibrio finanziario. E’ una delle tante novità del provvedimento, collegato alla legge di bilancio 2022, che riscrive il regime della responsabilità dei sindaci, esonerando i primi cittadini dall’onere di sovrintendere al funzionamento dei servizi e degli uffici e all’esecuzione degli atti. Il disegno di legge modifica la definizione delle funzioni dei sindaci evolvendola in modo coerente col principio di separazione tra le attribuzioni degli organi di governo, rispetto a quelle di pertinenza dell’apparato amministrativo.

Il sindaco, quindi, dismette la veste di sovrintendente alla gestione, che lo sottopone all’assunzione di responsabilità operative non di sua pertinenza tanto da sfociare spesso in responsabilità penali ed amministrative. Il ddl sopprime dal comma 2 dell’articolo 50 del d.lgs 267/2000 proprio la previsione secondo la quale i sindaci sovrintendono alla gestione e all’esecuzione degli atti. E modifica radicalmente il comma 1, coordinando meglio la separazione delle funzioni di governo da quelle gestionali. Segretari comunali Il ddl, in questo caso, ha la veste di una legge delega e traccia i principi direttivi ai quali dovrà attenersi il governo, nell’adottare il decreto legislativo conseguente. Si prevede la revisione del regime giuridico, dando atto che occorre aumentarne il numero e modificarne funzioni e compiti, al fine di «assicurare l’indipendenza funzionale a garanzia del buon andamento e dell’imparzialità dell’amministrazione dell’ente». Dal «dirigente apicale», memoria del disegno di legge Madia mai andato in porto, si torna al segretario comunale come fulcro del buon andamento dell’amministrazione locale. Si garantirà comunque la continuità della dipendenza dei segretari dal ministero dell’interno e la loro selezione attraverso «peculiari percorsi selettivi e formativi in linea con l’elevata qualificazione giuridica ed economica, in ragione delle competenze attribuite dall’ordinamento agli enti locali». Nei comuni montani si prevede che il segretario possa svolgere anche funzioni roganti per il trasferimento a qualsiasi titolo di terreni agricoli fino a 5 mila metri quadrati di superficie e di valore non superiore a 5.000 euro, comprese le relative pertinenze. Tali trasferimenti saranno esenti da imposte di registro, ipotecarie, catastali e di bollo.

Fusioni. Il ddl delega interviene anche sui contributi alla fusioni prevedendo che i contributi non siano più erogati «a pioggia» ma commisurati all’effettivo livello di unificazione dei servizi. Una stretta accolta con favore dall’Anpci che vede nel ddl la realizzazione di molte richieste «storiche» dell’associazione, a cominciare dall’estensione del terzo mandato ai comuni fino a 5 mila abitanti. L’Anpci chiede però al governo maggiore coinvolgimento nel percorso parlamentare del ddl perché, ha osservato la presidente Franca Biglio, «una riforma che va a decidere il futuro dei piccoli comini non può essere portata a termine senza ascoltare la voce dei sindaci. Sarebbe un errore gravissimo che questo governo non può e non deve fare». Nei comuni montani i segretari comunali potranno rogitare gli atti di trasferimento di terreni agricoli fino a 5 mila metri quadri di superficie e di valore non superiore a 5.000 euro, comprese le relative pertinenze. Tali trasferimenti saranno esenti da imposte di registro, ipotecarie, catastali e di bollo.

In collaborazione con Mimesi s.r.l.

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