Ifel – Basta patto stabilità che blocca investimenti, si torni ad assetto tributario privo di commistioni statali

Con comunicato del 22/09/2015 l’ANCI rende noto che:

“Analizzando i dati elaborati da Ifel e relativi al quinquennio 2010-2014 e agli altri dati ‘storici’, emerge un vero e proprio attacco sistematico alla capacità operativa del comparto dei Comuni, che hanno visto una riduzione complessiva delle risorse disponibili pari a quasi il 20 per cento. Tutto questo ha comportato una riduzione drammatica degli investimenti – meno 38 per cento – ma anche di spese tradizionalmente rigide come quella del personale, che diminuisce del 15 per cento”. E’ quanto ha ricordato il Capo Dipartimento Finanza locale di Ifel, Andrea Ferri, nel suo intervento al convegno promosso per discutere del rapporto tra autonomia e responsabilità, dopo la lunga stagione del federalismo ‘inattuato’, anche nella logica delle riforme istituzionali in via di completamento.

Ferri insiste sul fatto che “le entrate comunali non sono risultato dell’autonomia delle amministrazioni, e vanno ad alimentare non i servizi territoriali, ma troppe altre voci di finanza pubblica generale, mentre al contempo lo Stato si è completamente ritirato dall’alimentazione diretta della finanza locale, azzerando in pratica i trasferimenti. Insomma – fa notare ancora il dirigente Ifel – abbiamo detto addio alla finanza derivata, ma senza riconoscere autonomia fiscale ai Comuni e ai territori. Tra l’altro l’aumento della leve fiscale dei Comuni, nella maggioranza dei casi, non è arrivata comunque a compensare i tagli a livello centrale, con una contrazione di risorse marcata soprattutto nel Sud e nelle isole”.

Lo scenario che ne deriva è quello di un allontanamento progressivo dal disegno previsto dalla legge delega 42 sul federalismo fiscale e dallo stesso dlgs 23 sul quello fiscale municipale. Come gestire quindi l’eredità di una fase così delicata per l’equilibrio tra i livelli di governo? Ferri indica una sola via di uscita: “Anche nelle condizioni di restrizione finanziaria che speriamo ormai alle spalle, dobbiamo trovare strumenti per esercitare effettivamente l’autonomia e la responsabilità dei Comuni”. Il che vuole dire, nel “campo della finanza abolire i vincoli di patto e rendendo possibili gli investimenti che fino adesso sono stati oggetto di una compressione insopportabile”.

Mentre “sotto il profilo dell’assetto tributario locale, al di là della scelte che il governo vorrà fare, bisogna tornare alla sua caratteristica di sistema che resta ancorato alle scelte politico-amministrative dei singoli Comuni. Bisogna evitare – conclude il responsabile Ifel – questa commistione tra Stato, compensazione e gettito diretto che rende illeggibile l’autonomia tributaria e ‘precarizza’ il quadro delle responsabilità dei singoli livelli di governo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA