I TAGLI – Il provvedimento prevede l’eliminazione di spese di rappresentanza e spese per convegni, ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti, riduzione anche mediante accorpamento degli enti strumentali e vigilati e delle società pubbliche. Ma non solo. Nella direttiva, contenuta in quattro pagine, Monti indica le 11 attività per la revisione della spesa, la cui la ricognizione degli immobili in uso; riduzione della spesa per contratti di affitto, definizione di precise connessioni tra superficie occupata e numero degli occupanti. Poi l’ottimizzazione dell’utilizzo degli immobili di proprietà pubblica anche attraverso accorpamenti di uffici e amministrazioni e la restituzione all’agenzia del demanio degli immobili di proprietà pubblica eccedenti i fabbisogni. Ma non solo, anche la proposizione di impugnazioni di sentenze di primo grado che riconoscano miglioramenti economici o progressioni di carriera per dipendenti pubblici, onde evitare che le stesse passino in giudicato. I progetti dovranno essere presentati entro il 31 maggio e, se non arriveranno risposte, il presidente del consiglio potrà adottare decisioni. La direttiva, tra l’altro, costituisce un comitato di ministri, presieduto da Monti, che avrà proprio il compito di coordinare l’attività di spending review.
La riduzione delle spese pubbliche attraverso la spending review, informa il sito web di Palazzo Chigi, «non sarà lineare ma – si sottolinea – selettiva, e sarà realizzata potenziando la linea di risparmio seguita dal governo nei primi mesi di attività: ad esempio i risparmi, per oltre 20 milioni di euro, prodotti dalla Presidenza del Consiglio grazie alla diminuzione delle consulenze e ai tagli all’organico, la riduzione degli stipendi dei manager pubblici, i tagli sui voli di Stato e sulle auto blu, la soppressione di enti, o la riforma delle Province».
IL PIANO DI BONDI – E i primi provvedimenti arriveranno presto: «Entro 15 giorni Enrico Bondi (il risanatore dei conti Parmalat nominato commissario per la gestione delle spese, ndr)) dovrà presentare il piano per i tagli di sua competenza» pari a circa 2,1 miliardi di euro. Lo ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, a margine del bilancio di fine mandato dell’Agcom. Alla domanda su quanto sia la parte di tagli, del totale di 4,2 miliardi di euro, spettante a Bondi, Catricalà ha risposto, «più o meno la metà». E sulla nomina di Bondi è arrivato l’affondo di Stefano Fassina: «Confesso di non aver capito il senso di queste nomine», ha detto il responsabile economico del Pd ospite di Agorà su Rai Tre. «Comunque – ha continuato – per fare le cose bene bisogna sapere dove si mettono le mani».
CAMUSSO – Critica sulla scelta del governo di fornire una spazio di denuncia ai cittadini è il segretario della Cgil Susanna Camusso: «Mi sembra stano abbiamo un governo dei tecnici che nomina dei tecnici e poi chiede alla popolazione di fare il lavoro che dovrebbero fare i tecnici che hanno nominato i tecnici…. Mi pare assurdo».
ALFANO – Intanto però non si placa la polemica dei giorni scorsi tra il Pdl e Monti sulla vicenda dell’Ici, che per il premier non dioveva essere abolita. «Togliere l’Ici sulla prima casa è stata una scelta giusta che rivendichiamo» ha detto a Lucca il segretario del Pdl, Angelino Alfano. «Lo rifaremmo domani mattina», ha aggiunto. Parlando dell’Ici e dell’Imu, Alfano ha ribadito che «abbiamo già ottenuto che l’Imu si paghi in tre rate. Lavoreremo perchè questa tassa possa essere una tantum».
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