Il riaccertamento dei residui negli enti in dissesto
Approfondimento di V. Giannotti
La problematica posta all’attenzione dei giudici contabili riguarda la corretta procedura del riaccertamento dei residui attivi e passivi degli enti in dissesto, ed in modo particolare qualora gli stessi aderiscano alla procedura semplificata, la quale prevede la formulazione ai creditori di una proposta transattiva, il cui importo varia dal 40% al 60% del credito vantato, con obbligo per l’Organismo Straordinario di Liquidazione (OSL) di accantonare il 50% dei debiti per i quali non è stata accettata la transazione da parte del creditore.
Tale cornice legislativa, secondo il comune istante, sembrerebbe imporre la radiazione di tutti i residui attivi e passivi al 31/12 ciò che potrebbe determinare la creazione di futuri debiti fuori bilancio, in caso di mancata adesione del creditore alla proposta transattiva dell’OSL, atteso che, dopo la redazione del piano di estinzione (art 258 Tuel), la competenza alla liquidazione del debito non transatto passa alla gestione ordinaria dell’Ente.
La procedura ordinaria degli enti in dissesto
Avuto riguardo alla procedura prevista dalla legge per gli enti in dissesto (artt. 244-272 d.lgs. 267/2000), vi è una netta separazione di compiti e competenze tra la gestione passata e quella corrente.
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