I campi dove l’impegno pubblico è più massiccio riguarda i settori dell’energia, delle infrastrutture e dei servizi avanzati.
I settori con il maggior numero di imprese partecipate attive sono le Attività professionali, scientifiche e tecniche (vi opera il 14,3% delle partecipate e il 3,2% degli addetti) e il settore del Trasporto e magazzinaggio (rispettivamente con il 10,6% e 38,1%).
Le imprese ove sia presente almeno un ente locale (regionale o comunale) sono calate del 12,5% rispetto alla precedente rilevazione che è del 2015. Ovviamente anche le persone impiegate sono calate per circa il 12% (-46.847).
Nonostante nell’opinione pubblica sia presente l’idea di un servizio pubblico perennemente poco produttivo, i dati Istat ci segnalano che le imprese a partecipazione pubblica godono di un livello di produttività, in termini di valore aggiunto per addetto, che è superiore del 50% circa rispetto a quelle senza nessuna presenza pubblica.
Ed ancora da questi numeri emerge che il 76,5% delle controllate pubbliche ha prodotto un utile di esercizio, mentre il restante una perdita. Nel 2015 le perdite delle società a partecipazione pubblica per circa 3 miliardi e 800 milioni di euro (con una flessione di 738 milioni rispetto al 2014) con degli utili per oltre 10 miliardi e 600 milioni di euro (-107 milioni circa rispetto al 2014). Il saldo finale del 2015, rispetto all’anno precedente, evidenzia con un saldo complessivo positivo di circa 6 miliardi e 800 milioni di euro.
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