DOMANDA:
In merito alla fatturazione elettronica, si pone il seguente quesito. Relativamente alle riscossioni dei tributi locali effettuate tramite il concessionario, Equitalia o altro, come bisogna richiedere il CIG se non si conosce a priori quale sia la somma che lo stesso incasserà? Inoltre il concessionario per legge è abilitato a trattenere la somma spettante direttamente sugli incassi, provvedendo contestualmente a descrivere all‘Ente il riscosso, l’importo trattenuto ed il netto riversato per ogni decade mensile. Quindi nel momento in cui emetterà la fattura la stessa risulterà nelle proprie scritture contabili già pagata, mentre per il Comune si dovrà procedere ad emettere un mandato di pagamento ed una reversale di incasso, forse alle “partite di giro – servizi per conto terzi ”, al fine di far emergere di aver pagato la fattura ed attraverso lo split payment procedere ad incassare la somma relativa all’IVA e successivamente versarla all’Erario.
RISPOSTA:
Per quanto concerne il CIG, premesso che anche i contratti per la riscossione dei tributi locali rientrano negli obblighi di tracciabilità (cfr. determinazione n. 10 dell’AVCP), in sede di richiesta deve essere indicato un valore presunto del corrispettivo (l’aggio), cioè tenendo conto delle riscossioni ipotizzabili. Riguardo alle questioni IVA derivanti dalla fatturazione elettronica obbligatoria e dallo split payment, va osservato che ai sensi del DM 02.12.1980 (tutt’ora vigente) i concessionari non sono tenuti ad emettere fattura per gli aggi spettanti (compensati con i tributi riscossi). Pertanto non ricorrono gli obblighi stabiliti dal DM 55/13 (fatturazione elettronica), a carico del concessionario, e dal Regolamento ministeriale del 23.01.2015 (split payment) a carico del Comune. Soltanto qualora il Comune intendesse richiedere fattura, si renderebbe necessaria la fattura elettronica e l’applicazione dello split payment con tutte le complicazioni conseguenti.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento