La Consulta boccia norme su bilanci e ineleggibilità

Con la sentenza  n.219 del 2013 la Consulta interviente sulla ineleggibilità dei presidenti di Regione con i bilanci in rosso.
 
La Corte Costituzionale ha bocciato infatti le sanzioni relative alla verifica dei bilanci regionali. In particolare si tratta delle norme previste per l’illegittimità costituzionale di alcuni punti del decreto legislativo sul federalismo fiscale che ha introdotto meccanismi sanzionatori per gli amministratori locali.
La Corte ha bocciato perchè “assunta in carenza di delega” la norma con cui si obbligano le Regioni a redigere una relazione di fine legislatura, inerente soprattutto le situazioni economico-finanziarie e le azioni intraprese per contenere le spese, soprattutto in materia sanitaria.
E’ stato poi sancito che la norma con cui si disciplina l’ipotesi di scioglimento del Consiglio regionale e di rimozione del presidente della Giunta, come conseguenza di “grave dissesto finanziario”, presenta “due profili apertamente contrari al modello costituzionale”: “l’articolo 126 della Costituzione – ricorda la Consulta – ha compiuto scelte precise in ordine al riparto delle competenze costituzionali tra gli organi investiti dell’applicazione del potere sanzionatorio. Tra questi ultimi non compare la Corte dei Conti, mentre al parere affidato alla Commissione parlamentare per le questioni regionali non è attribuito carattere vincolante”, al contrario di quanto previsto dalle norme impugnate.
Le sanzioni contro gli amministratori locali che sforano il patto di stabilita’ non sono applicabili in Sicilia e nelle altre regioni a Statuto speciale. Quindi sono stati accolti i ricorsi presentati da Regione siciliana, Trentino, Sardegna e Valle d’Aosta contro il decreto legge del 10 ottobre 2012, n. 174, che prevedeva disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali.
 
Fonte: www.regioni.it

 

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