Lo spiega una lettera inviata al consiglio nazionale dal Ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, che disegna in questo modo la fase attuativa del decreto legislativo (il 39/2010) che ha riformato la revisione legale. Il percorso ipotizzato dalla Ragioneria è quello di un incontro con i professionisti per gestire la «presa in carico» dei registri da parte della Consip, ma le prime reazioni dei professionisti non lasciano supporre un passaggio di consegne troppo lineare. «È una richiesta paradossale – ribatte Giorgio Sganga, segretario del Cndcec e presidente dell’Istituto revisori contabili –. Il registro oggi funziona come un orologio svizzero, con costi leggerissimi al punto che metà dei contributi versati vengono girati ogni anno al ministero; in questo quadro non si capisce perché la sua tenuta dovrebbe passare di mano».
Contrastato, oltre al cambio di mano, anche la destinazione individuata da Via XX Settembre. Secondo la lettera della Ragioneria generale la Consip rappresenta «il soggetto più idoneo per assicurare con efficacia e tempestività il necessario supporto strumentale», ma il presidente del l’Istituto sottolinea che la società del Tesoro «si occupa di acquisti, cioè di una materia completamente diversa».
Il dibattito, insomma, si annuncia aspro, anche perché occorrerà definire con precisione i confini della «convenzione» ipotizzata per il nuovo regime dei revisori contabili. La riforma (articolo 21 del Dlgs 39/2010) prevede infatti che il ministero dell’Economia si occupi di abilitazione dei revisori, tenuta del registro (e del registro del tirocinio) e di formazione continua, aggiungendo che Via XX Settembre può «avvalersi su base convenzionale di enti pubblici o privati per lo svolgimento dei compiti». Anche la lettera inviata dal Ragioniere generale, ovviamente, fa riferimento alla convenzione, e chiede appunto un incontro al Cndcec per definire «la realizzazione degli adempimenti di competenza». In altri passaggi, però, cita esplicitamente la «presa in carico dei registri», e per questa ragione chiede al Consiglio la messa a disposizione dei database: quella che si profila, dunque, non è una convenzione “leggera” destinata nei fatti a mantenere in capo agli organismi professionali la tenuta del registro.
La partita è aperta, e occorrerà vedere quali saranno le prese di posizione ufficiali da parte dei professionisti. Il tempo, però, non è molto dal momento che, come avverte lo stesso ragioniere generale, l’iter attuativo della riforma è vicino al traguardo e i regolamenti applicativi hanno già ottenuto «in buona parte» i pareri necessari al via libera finale.
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