Il PNRR è dai più considerato lo strumento che può attivare un nuovo rinascimento italiano, potrebbe essere definito il Documento Unico di Programmazione, “DUP”, dell’Italia, il cui obiettivo cardine è l’incremento dei livelli di competitività del Paese e dei suoi territori. Il dibattitto degli operatori, sull’applicazione del Piano, appare incentrato essenzialmente sui criteri di ripartizione dei fondi connessi al “Next Generation EU”, sulle modalità di rendicontazione dei fondi e del rispettivo utilizzo, nonché sulla rendicontazione delle inerenti operazioni di gestione.
Sembrerebbe così del tutto marginale una problematica solo formalmente scontata: l’integrazione della programmazione degli Enti locali, già in vista dell’imminente approvazione, fissata al 31 luglio ai sensi dell’art. 170 del TUEL, del “DUP” 2022 – 2024 con l’obiettivo cardine del PNRR.
Si ritiene, invece, che questo tema sia di fondamentale importanza affinché gli Enti locali assumano un ruolo proattivo nell’applicazione del PNRR e, in definitiva ai fini del successo del Piano.
Ciò in termini di “correzione” delle traiettorie competitive (dei livelli di produttività del lavoro e, di occupazione) che distinguono, ad oggi, i molteplici sistemi territoriali del nostro Paese.
La correzione delle traiettorie competitive del “sistema Italia”, definito, spesso, al riguardo il “malato d’Europa”, pur essendo la seconda economia manifatturiera del vecchio Continente, è da
considerarsi una priorità del più generale “disegno” di rilancio economico e politico dell’Unione Europea.
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