Le criticità della legge di stabilità 2015 per i comuni, viste dall’ANCI

27 Ottobre 2014
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Qui di seguito il contenuto della risoluzione dell’ANCI adottata in data 21/10/2014 a seguito dei nuovi vincoli introdotti dalle legge di stabilità 2015:

Si è riunita la Presidenza dell’ANCI per esaminare la Legge di Stabilità. Al termine è stata  adottata la seguente risoluzione

L’ANCI esprime forte disagio per lo sforzo finanziario richiesto ai Comuni.

Pur condividendo  l’obiettivo indicato dal Governo di una Legge di Stabilità finalizzata a sbloccare il Paese, rimettere in moto capitali e investimenti, creare lavoro e apprezzando che la Legge di Stabilità preveda una significativa riduzione del Patto di Stabilità – per il quale è  auspicabile un superamento definitivo  – l’ANCI ricorda che in questi anni i Comuni italiani hanno dato un contributo rilevante al risanamento dei conti pubblici, pari a oltre 16 miliardi di euro dal 2007 al 2014. Talchè su spesa pubblica globale e su debito pubblico globale la quota imputabile ai Comuni si è ridotta  al 2.5% del debito e al 7.6% della spesa, a fronte di una spesa dello Stato e di un debito in costante aumento. E il comparto degli Enti Locali è già oggi contributore attivo  della finanza pubblica.

Per questo l’ANCI chiede al Governo di valutare attentamente l’impatto della Legge di Stabilità sui Comuni  e, in particolare,

  • sottolinea la particolare onerosità del  contenimento di spesa richiesto ai Comuni, che  ammonta a 1.5 mld, dovendosi sommare all’1.2 della Legge di Stabilità anche 0.3 di riduzioni conseguenti a  provvedimenti precedenti;
  • evidenzia che l’introduzione dal 1° gennaio 2015 del nuovo sistema di contabilità determinerà un ulteriore  restrizione della spesa destinata ad  erogare servizi ai cittadini;

rileva  che l’istituzione del Fondo per i crediti di incerta esigibilità – da includere in bilancio di parte corrente – introdurrà ulteriori elementi di rigidità;

  • evidenzia il rischio molto concreto che in tal modo si vanifichino i positivi esiti della riduzione del Patto di Stabilità e, dunque, i Comuni vedano ulteriormente ristretti i loro  margini di azione   sia per il bilancio di parte corrente,  sia per gli investimenti;
  • ribadisce la assoluta esigenza – che in sede di esame parlamentare – siano rimossi i tanti vincoli ordinamentali assunti con precedenti provvedimenti legislativi e che aggravano ulteriormente la fatica quotidiana degli Amministratori locali;
  • evidenzia che il taglio di 1 miliardo sulla spesa  di Città metropolitane e Province mette una forte ipoteca sulla possibilità stessa di far decollare quelle nuove istituzioni;
  • sottolinea il forte rischio che i contenimenti di spesa richiesti alle Regioni si traducano a loro volta  in  riduzione dei trasferimenti dalle Regioni ai Comuni, con ulteriore penalizzazione di servizi essenziali quali trasporto pubblico locale e servizi socio-assistenziali;
  • considera un significativo passo avanti il complesso delle  norme per la riorganizzazione e la razionalizzazione delle società partecipate e conferma l’impegno dell’ANCI ad accompagnare i Comuni in tali percorsi;
  • valuta  positivamente la decisione di trasferire a carico dello Stato le spese per il finanziamento degli Uffici giudiziari, che tuttavia deve decorrere da 1° gennaio 2015;
  • sollecita l’adozione di un sistema fiscale locale immobiliare che consenta a ogni Comune di essere titolare pieno e in esclusiva  dei propri tributi;
  • esprime solidarietà ai cittadini di Genova e chiede al Governo di tenere conto della criticità  in cui sono costretti ad operare gli amministratori di Genova ed altri Comuni investiti da calamità naturali;
  • ribadisce,  in conclusione la piena disponibilità dei Comuni italiani a concorrere ad ogni sforzo utile  alla crescita del Paese,  purchè siano salvaguardati i servizi erogati ai cittadini  e i Comuni non siano costretti  a ricorrere a prelievi fiscali supplementari,  in coerenza con l’obiettivo posto dal Governo di riduzione della pressione fiscale;
  • chiede al Governo un confronto immediato   per individuare le migliori soluzioni sui temi soprarichiamati  e convenire  le modifiche indispensabili  a rendere compatibile lo sforzo richiesto ai Comuni con i doveri che i Comuni hanno verso  i loro cittadini.

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