Con comunicato del 01/04/2015 l’ANCI rende noto che:
‘’Ci sono criticità gravi sul riparto dei tagli ai piccoli Comuni. E’ necessario correggere le troppe distorsioni, frutto di eccessivi tecnicismi nella definizione dei criteri di riparto. Distorsioni che, però, rischiano di mandare in default centinaia di piccoli Comuni’’. E’ l’appello che lancia il coordinatore nazionale dei piccoli Comuni dell’ANCI, Massimo Castelli, all’indomani dell’approvazione del riparto dei tagli ai Comuni previsti dalla Legge di stabilità. L’ANCI aveva chiesto un rinvio del via libera a domani – non accolto dal Governo – per verificare proprio gli effetti del riparto.
‘’Ora, a causa di alcuni tecnicismi nella definizione del riparto – spiega Castelli – siamo di fronte ad una situazione per cui i piccoli Comuni si ritroverebbero a dover sostenere tagli molto maggiori rispetto a quelli messi in conto. E’ necessario porre rimedio in tempi rapidissimi a queste distorsioni. I Comuni, tutti, stanno contribuendo ormai da anni e in modo determinante al contenimento della spesa pubblica, ma oltre non si può più andare, spingersi oltre è inaccettabile. I territori vivono un’esasperazione che, se alimentata da misure come questa, rischia di mettere a rischio la tenuta dell’intero sistema sociale e delle stesse amministrazioni’’.
E, restando alle difficoltà di bilancio dei piccoli Comuni, Castelli lancia un ulteriore allarme: ‘’E’ necessario che il Governo intervenga con urgenza per restituire ai Comuni montani, precedentemente classificati come parzialmente montani, il taglio operato per l’Imu agricola, che oggi quegli stessi Comuni non devono più riscuotere. Con la stessa urgenza vengano infine riconosciuti i 625 milioni di fondo compensativo derivanti dal passaggio da Imu a Tasi’’.
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