Con comunicato del 01/12/2014 il Presidente dell’Unione Province d’Italia rende noto che:
“Se la Legge di stabilità non viene modificata in Parlamento, le Province e le Città metropolitane non saranno più in grado di poter garantire un livello, seppur minimo, di esercizio dei servizi essenziali, con gravi ricadute sulla cittadinanza”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi Alessandro Pastacci, intervenendo oggi a Bruxelles l’Assemblea Generale della Conferenza Europea dei Poteri Locali Intermedi, l’organismo che raccoglie le Province di tutta Europa. Ai colleghi Presidenti delle Province Ue, Pastacci, ha spiegato come “con il taglio di 1 miliardo imposto dal Governo Renzi alle Province e alle Città metropolitane italiane, la già critica situazione finanziaria dei nostri enti, diventa insostenibile. A rischio ci sono servizi essenziali come la manutenzione e messa in sicurezza di strade e scuole, l’impossibilità di provvedere con i ‘piani neve’ ad assicurare la viabilità nella stagione invernale, l’impossibilità di assicurare la gestione ordinarie degli istituti superiori, cui le Province e le Città metropolitane devono assicurare il pagamento delle utenze, del riscaldamento, degli acquisto arredi, l’impossibilità di intervenire sul dissesto idrogeologico. Non si tratta di non volere partecipare responsabilmente al processo di risanamento dei conti pubblici del Paese, ma di essere messi nella effettiva impossibilità di erogare anche solo i servizi cui, in base alle funzioni fondamentali assegnate a Province e Città metropolitane, siamo stati chiamati a fare fronte dalla legge di riforma degli enti locali 56/14: strade, scuole, ambiente, trasporto pubblico locale e assistenza ai Comuni”. Il Presidente dell’Upi ha poi informato i colleghi Presidenti delle Province europee di avere segnalato l’estrema gravità della situazione al Presidente della Commissione Europea, al Presidente del Parlamento europeo e al Presidente del CdR, cui sono stati inviati dossier dettagliati. “Vorremmo chiarire – ha concluso Pastacci – che, nel caso delle Province e delle Città metropolitane italiane, con la Legge di stabilità quello che si determina di fatto è un prelievo di tributi propri degli enti locali, che dovrebbero essere destinati alla garanzia di diritti fondamentali quali il diritto all’istruzione e alla mobilità, per iniziative dello Stato centrale che sono prive di copertura finanziaria”
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