Manovra 2025: tagli agli enti locali e preoccupazioni per il futuro degli investimenti

La legge di Bilancio 2025 presenta una serie di misure che sollevano preoccupazioni soprattutto per gli enti locali, che vedono ridursi in modo significativo i fondi destinati agli investimenti

30 Dicembre 2024
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La legge di Bilancio 2025 presenta una serie di misure che sollevano preoccupazioni soprattutto per gli enti locali, che vedono ridursi in modo significativo i fondi destinati agli investimenti. Sebbene gli enti siano ancora impegnati nella realizzazione degli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), con scadenza fissata per il 2026, i tagli alle risorse disponibili per gli anni successivi pongono interrogativi sulla sostenibilità delle finanze locali. I fondi che una volta garantivano risorse costanti per interventi di manutenzione, sicurezza e piccole opere, ora sono destinati a scomparire o essere drasticamente ridotti.

I tagli ai fondi per le piccole opere
Uno degli aspetti più critici riguarda la fine dell’assegnazione dei fondi per le “piccole opere”, stabiliti dalla legge 160/2019, che dal 2020 ha distribuito risorse a enti locali di diversa dimensione. Questi fondi, che annualmente supportavano progetti di manutenzione e interventi sul territorio, cessano definitivamente nel 2024. A partire dal 2025, non verrà attivato il nuovo fondo previsto dalla stessa legge, che destinava 400 milioni di euro annui per sostenere progetti di dimensioni contenute. La legge di Bilancio 2025, infatti, ha abrogato tale disposizione, lasciando un vuoto di risorse che potrebbe pesare soprattutto sui piccoli comuni e sugli enti locali più fragili.

Le conseguenze per i piccoli comuni
La scomparsa dei fondi per le piccole opere rappresenta una dura battuta d’arresto per i piccoli comuni, che spesso non dispongono di risorse proprie sufficienti per far fronte agli investimenti. Molti di questi comuni, caratterizzati da una bassa popolazione e da una scarsa capacità di generare entrate tramite permessi di costruire o alienazioni, si troveranno costretti a fermare i progetti di sviluppo e manutenzione. Il rischio concreto è che questi enti, spesso già in difficoltà finanziarie, debbano ricorrere al debito per garantire la realizzazione di opere pubbliche necessarie, aggravando ulteriormente la loro situazione economica.

I tagli agli altri fondi per gli investimenti locali
Oltre ai tagli ai fondi per le piccole opere, la legge di Bilancio 2025 prevede anche una riduzione significativa dei fondi per altre categorie di investimenti. Ad esempio, il Fondo per le Medie Opere subirà una riduzione di 200 milioni di euro per il periodo 2028-2030. Inoltre, il finanziamento per i contributi alle opere pubbliche a favore delle Regioni, destinato almeno al 70% ai comuni, sarà eliminato per il periodo 2027-2034. Anche il Fondo per la rigenerazione urbana vedrà una diminuzione di 200 milioni a partire dal 2027. Questi tagli incidono negativamente sulla capacità degli enti locali di finanziare progetti di rilevanza territoriale, dalla manutenzione delle strade alla costruzione di nuovi edifici pubblici, con un impatto diretto sulla qualità della vita delle comunità locali.

Le province e le città metropolitane: un colpo alla rete viaria
Anche le province e le città metropolitane subiranno forti riduzioni, in particolare per quanto riguarda i fondi destinati alla rete viaria locale. Tra il 2025 e il 2029, sono previsti tagli per circa 295 milioni di euro, a cui si aggiungeranno ulteriori 1,1 milioni di euro tra il 2030 e il 2036. Questi contributi sono essenziali per il mantenimento e il miglioramento delle infrastrutture locali, che svolgono un ruolo cruciale nella mobilità e nella sicurezza dei cittadini. La riduzione di questi fondi mette a rischio la manutenzione delle strade e delle infrastrutture di collegamento, in un momento in cui la qualità della rete viaria è già un tema di grande rilevanza per molte aree del Paese.

Gli enti in disavanzo e la necessità di ricorrere al debito
La manovra di Bilancio 2025 prevede anche un nuovo Fondo di accantonamento, ma questo sarà utilizzabile solo da parte degli enti con risultato di amministrazione positivo. Gli enti locali in disavanzo, in particolare i piccoli comuni, si troveranno nella situazione di dover bloccare le spese di investimento, riducendo ulteriormente la capacità di sviluppo del territorio. Se le risorse di bilancio lo permetteranno, alcuni comuni potrebbero essere costretti a ricorrere al debito, aggravando così la parte corrente del bilancio e creando difficoltà per la gestione delle finanze locali. Questa situazione potrebbe avere effetti negativi sulla stabilità economica e sociale di molte aree del Paese, che dipendono da questi investimenti per il loro benessere.

La gestione delle opere Pnrr e i costi futuri
Un ulteriore peso per gli enti locali sarà rappresentato dalla gestione delle opere previste dal Pnrr, che, una volta completate, dovranno essere mantenute e gestite. Ai costi di gestione delle infrastrutture e delle opere pubbliche realizzate grazie ai fondi europei si aggiungeranno agli oneri finanziari già gravanti sui bilanci locali. Le risorse destinate alla gestione e manutenzione di queste opere potrebbero non essere sufficienti a coprire tutte le spese necessarie, creando ulteriori difficoltà per gli enti locali, che si troveranno a dover conciliare i vincoli di bilancio con l’esigenza di garantire la funzionalità delle nuove infrastrutture.














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