di ELENA BRUNETTO e PATRIZIA RUFFINI (Il Sole 24 Ore – 06/11/2023) – In collaborazione con Mimesi s.r.l
Dal prossimo anno Comuni, Province e Città metropolitane subiranno un sacrificio, a titolo di contributo alla finanza pubblica, che sarà ripartito su ogni ente in proporzione alla spesa corrente impegnata nell’ultimo rendiconto approvato, dedotta la spesa sociale e «tenuto conto» del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
In attesa delle nuove regole della governance economica europea, il disegno di legge di bilancio 2024 (articolo 88, commi 8-10) delinea il nuovo impianto del “sacrificio” di 250 milioni di euro chiesto, per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028, al comparto degli enti locali (200 milioni di euro ai Comuni e 50 milioni alle Province e alle Città metropolitane).
Nello specifico, a ogni ente sarà chiesto un «contributo» da calcolarsi in proporzione agli impegni di spesa corrente, al netto della spesa della Missione 12: Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, come risultanti dal rendiconto di gestione 2022 o, in mancanza, dall’ultimo rendiconto approvato e tenuto conto delle risorse Pnrr assegnate a ciascun ente alla data del 31 dicembre 2023, così come risultanti dal sistema Regis.
Non saranno assoggettati al taglio gli enti in dissesto finanziario in base all’articolo 244 del Testo unico degli enti locali, quelli in procedura di riequilibrio finanziario alla data del 1° gennaio 2024 o che abbiano sottoscritto gli accordi per il risanamento previsti dall’articolo 1, comma 572, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 e dall’articolo 43, comma 2, del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50.
Entro il 31 gennaio 2024, con decreto del ministro dell’Interno, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, previa intesa in Conferenza Stato-città e autonomie locali, sarà calcolato il riparto delle riduzioni fra gli enti.
Il decreto di riparto sarà adottato anche nell’ipotesi di mancata intesa entro 20 giorni dalla data di prima iscrizione della proposta all’ordine del giorno della Conferenza Stato-città ed autonomie locali.
Il meccanismo di questa revisione della spesa prevede che il “sacrificio” sia iscritto fra le uscite correnti, mentre i valori di competenza delle entrate accertate resteranno invariati. Un meccanismo di questo tipo evita di impattare quindi sul totale delle entrate, che sono la base di calcolo, tra le altre cose, anche per le possibilità assunzionali nel rapporto con la spesa di personale.
I Comuni non dovranno versare nulla, dal momento che l’importo del contributo alla finanza pubblica sarà trattenuto direttamente dal ministero dell’Interno a valere sulle somme spettanti a ciascun ente.
Pertanto gli enti locali dovranno accertare in entrata le proprie “spettanze” al lordo, impegnando su apposita voce di spesa la propria quota di concorso alla finanza pubblica e provvedendo, quindi, per l’importo del sacrificio/riduzione, all’emissione di mandati di pagament) che saranno versati in quietanza di entrata.
* Articolo integrale pubblicato su Italiaoggi del 6 novembre 2023.
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