Manovra, ultime battute. Parla Monti, poi il voto

Il Corriere della Sera
22 Dicembre 2011
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La monovra economica del Governo Monti è in dirittura di arrivo. Al Senato è iniziata la discussione sul provvedimento su cui il governo ha chiesto la fiducia. Una volta approvato, il cosiddetto decreto «salva-Italia» passerà alla firma del capo dello Stato per poi diventare legge con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il testo sarà votato da Pd e Pdl, ma non dalla Lega – che mercoledì si è resa protagonista di una rumorosa protesta nell’Aula di Palazzo Madama che ha costretto il presidente Renato Schifani a sospendere la seduta – e dall’Italia dei valori. Non votando la fiducia i dodici senatori dipietristi tolgono dunque di fatto il sostegno all’esecutivo a quello che ancora oggi Elio Lanutti ha definito «il governo dei banchieri». L’Idv aveva invece votato la fiducia il 17 novembre. Il pallottoliere dice dunque che i no alla fine dovrebbero essere 37. Il Pdl voterà a favore seppure con qualche mal di pancia: intervenendo alla cena natalizia dei senatori pidiellini lo stesso Silvio Berlusconi ha lanciato un avvertimento all’esecutivo spiegando che se continuerà la politica di inasprimento fiscale l’appoggio del centrodestra finirebbe con il venire meno, con conseguente ritorno alle urne.

IL NUMERO LEGALE – Il Senato nella prima ricognizione effettuata questa mattina non era in numero legale quindi, dopo la verifica, la vicepresidente di turno, Rosy Mauro, ha sospeso la seduta fino alle 9.25, per dare il tempo a un numero sufficiente di senatori di arrivare. E così è stato.

IL TIMING – La discussione generale su fiducia e manovra sarà conclusa intorno alle 12.30 con l’intervento in aula del premier Mario Monti. A seguire le dichiarazioni di voto finali e, quindi, il voto per appello nominale che secondo il regolamento di palazzo Madama è unico per fiducia e merito del provvedimento. La legge di conversione del decreto «Salva Italia» come modificato dal Parlamento passerà quindi al Quirinale per la firma del Presidente della Repubblica che ne autorizzerà l’entrata in vigore con la promulgazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

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