di FRANCESCA PETULLA’ (Il Sole 24 Ore, 19/01/2024)
Con il nuovo Codice dei contratti, Dlgs 36/2023, rimane valida la possibilità di quanto disposto dall’articolo 1, comma 450, della legge 296/2006 (Finanziaria 2007), così come modificato dal Dl 52/2012, convertito in legge 94/2012, e come integrato e modificato dalla legge 145/2018 (di Bilancio per il 2019), che consente alle pubbliche amministrazioni di svincolarsi dall’obbligo del ricorso al Mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa), oppure ad altri mercati elettronici, o al sistema telematico messo a disposizione dalla Centrale regionale di riferimento, per acquisti autonomi per importi inferiori a cinquemila euro? Il nuovo Codice dei contratti (Dlgs 36/2023, «Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici») non ha abrogato le disposizioni che consentono di procedere con le acquisizioni sotto i cinquemila euro fuori dal sistema Mepa o di altri mercati elettronici centralizzati. La delibera Anac (Autorità nazionale anticorruzione) 261 del 20 luglio 2023 – nel dettare la disciplina che regola dal 1° gennaio 2024 la Banca dati nazionale dei contratti pubblici e, quindi, il ciclo di vita digitale del contratto – ha prescritto soltanto l’utilizzazione di piattaforme certificate per tutte le acquisizioni, ma non ha posto limitazioni a quanto previsto all’articolo 1, comma 450, della legge 296/2006 (Finanziaria 2007), e successive modifiche e integrazioni. Pertanto, come precisato dal servizio giuridico del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) nel parere 2196 del 5 gennaio 2024, per acquisti autonomi di importo inferiore a cinquemila euro, le pubbliche amministrazioni possono rivolgersi a qualsiasi piattaforma, purché certificata.
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
* Articolo integrale pubblicato su Ilsole24ore del 29/01/2023
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