Per i bilanci preventivi tempo fino al 31 marzo

Il Sole 24 Ore
22 Dicembre 2011
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Necessario avviare prima il fondo perequativo

Via libera ufficiale al rinvio del termine per i bilanci preventivi di Comuni e Province, che anche quest’anno slittano al 31 marzo (per ora) nel tentativo di superare le tante incertezze che ancora dominano il quadro della finanza locale. La proroga (anticipata sul Sole 24 Ore di ieri) è arrivata ieri dalla Conferenza Stato-Città; il Viminale in pratica offre tre mesi in più per scrivere i preventivi, anche perché le prime carte si sistemeranno sul tavolo solamente nella seconda metà di gennaio. Oltre ai problemi di “visibilità” sul gettito effettivo dell’Imu e sugli effetti che saranno registrati in ogni Comune dall’obbligo di dividere con lo Stato metà dei frutti fiscali tratti dagli immobili diversi dall’abitazione principale, per scrivere i preventivi occorre sapere anche come sarà distribuito il fondo perequativo. Il decreto «salva-Italia» fa confluire nel fondo anche la compartecipazione all’Iva, che nel 2011 è stata distribuita in termini pro capite su base regionale, e occorre sapere come funzionerà in pratica la clausola di salvaguardia che lega l’assegnazione del fondo di riequilibrio al gettito Imu ottenuto da ogni Comune. Il provvedimento necessario alla distribuzione del fondo, secondo le previsioni degli uffici governativi, dovrebbe arrivare intorno al 20 febbraio. Nel domino della finanza locale ogni tessera è legata a quella successiva, e il rebus del fondo di riequilibrio si intreccia anche con quello delle Unioni di Comuni. Il decreto sul fisco municipale, infatti, prevedeva una riserva di risorse per le Unioni, che non è stata tradotta in pratica (le quote sono andate ai piccoli Comuni a prescindere dalla presenza o meno delle Unioni), ma per il 2012 il problema si intreccia con le «alleanze obbligate» imposte agli enti fino a 5mila abitanti dall’articolo 16 della manovra-bis di Ferragosto. I sindaci sono tornati a chiedere di ripensare l’intero impianto delle regole sui piccoli Comuni, che sollevano più di un problema di applicazione, e per ora dal Governo è arrivata un’apertura al confronto ancora da verificare sul piano pratico. Nella Conferenza Stato-Città di ieri, infine, è stato approvato anche il mini-sconto per il Patto di stabilità 2011 nei Comuni fra 5mila e 10mila abitanti: il tetto massimo dell’obiettivo scende dal 5,4% al 5,14% della spesa corrente (a breve sul sito dell’Ifel saranno disponibili i nuovi obiettivi 2011 dei Comuni interessati). Saltata, invece, la Conferenza Unificata perché la delegazione delle Province non si è presentata, in segno di protesta contro la strada che conduce alla loro abolizione politica. Contro la manovra, comunque, affilano le armi anche i sindaci, che annunciano una mobilitazione per febbraio se non saranno accolte le loro richieste di modifica. Tra queste, oltre al taglio dei fondi e alla divisione dell’Imu con lo Stato, va segnalata sul piano tecnico la richiesta di riportare a fine anno il termine di pubblicazione delle delibere sull’addizionale Irpef. gianni.trovati@ilsole24ore.com RIPRODUZIONE RISERVATAIl manuale01 | I PRINCIPI DEL CNDCEC I 15 documenti approvati dal Consiglio nazionale dei commercialisti presentano i principi di vigilanza e controllo per la revisione dei conti degli enti locali: regole di comportamento, programmazione, gestione finanziaria, aspetti economico patrimoniali e rendicontazione, adempimenti fiscali 02 | LE PARTECIPATE Le verifiche periodiche dell’Organo di revisione sulla gestione delle partecipate prevedono la verifica dei contratti di servizio, delle erogazioni e, al termine dell’esercizio, la conciliazione fra i crediti e i debiti riportati nel rendiconto dell’Ente locale con quelli rilevati nel bilancio d’esercizio dell’organismo partecipato.

Gianni Trovati

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